Un video che sottolinea la trasparente delicatezza di una sensibilità pop cantautorale figlia anche (e soprattutto) di radici classiche che da sempre hanno imposto dei riferimenti di genere anche in ambito internazionale. Cantante e cantautrice: Valentina Falcone torna in scena con un brano sottilissimo dal titolo “In fondo alla strategia” che mi piace leggere come un viaggio personale dentro la “verità vera” delle cose, del nostro modo di stare al mondo, di vivere con gli altri, nelle nostre eterne maschere sociali che indossiamo ogni giorno. Ed è in questo oltre che scopriamo la fragilità e la ricchezza, i punti di luce e quelli in ombra. Una carriera ancora giovane ma ricca di bei traguardi che si contorna oggi con questo brano decisamente noir, delicato di luci soffuse come fosse un piccolo segreto da confessare prima a se stessi.
Trovo che questo sia un brano molto sociale. Ognuno di noi oggi indossa maschere e se vuoi anche queste sono strategie per sopravvivere. Cosa ne pensi?
Penso che sia vero, la società è molto furba e sta al passo con quello che va di moda. Non voglio essere negativa ma scrivo per essere più schietta possibile. Se vogliamo la vita stessa ci prepara, vuoi con l’esperienza, con gli ostacoli, con la gente…
L’ingenuità svanisce presto e presto ci si accorge di aver già adottato le misure precauzionali a ogni eventualità, per una giusta difesa. Siamo preparati a cambiare ad esempio se il percorso si inclina. Non abbiamo un reale copione da seguire ma solamente perché ci fa comodo semplicemente non parlarne. Ogni singola azione è una mossa in fondo. Anche adesso che sto rispondendo alla meno peggio…
Ma nello specifico per te, quali sono le strategie da usare? E le tue personali?
Nel personale cerco di essere più sincera possibile, maturando ho capito che bisogna in primis confrontarci con noi stessi e che quando arriva il conto lo paghiamo veramente a caro prezzo se è salato e che tutto torna anche quando sembra lontano. “Strategia” in fondo non è solo uno schema da seguire ma capire anche dove si sbaglia e ricavarne le giuste risorse per andare avanti.
Parliamo di questo brano: una canzone che farà parte di un nuovo progetto, una rivoluzione o una prosecuzione del passato?
Scrivo da quando ho 14 anni e ho davvero sperimentato molto, parliamo di una buona raccolta, di un frutto decisamente più maturo e consapevole. Sarà un progetto sdoganato da tutto e tutti. È un lavoro step by step. Una continua sfida da portare avanti.
Oggi la musica vive una grande crisi. Siamo in piena trasformazione. Cosa ne pensi e come la vivi?
Egoisticamente parlando non ho mai avuto la “fortuna” di poter vivere di sola musica. Non me ne vogliano i colleghi ma personalmente penso ci sia bisogno di rimboccarci le maniche e studiare nuove (appunto) “strategie” anche rivoluzionarie, estreme… Non è detto che un cantante è solo un cantante quando è dietro a un microfono. Se si alza un muro è giusto abbatterlo e dimostrare che la musica ha tutti i mezzi per sopravvivere.
Vorrei chiudere con una domanda molto personale. Quanto ti somiglia la musica che scrivi? E quanto somiglia invece alla donna che vorresti essere?
In questo purtroppo o per fortuna non riesco a non essere “personale”. La mia musica per forza mi deve somigliare altrimenti sarei solo interprete di me stessa. Voglio essere la protagonista del mio progetto per avere la miglior soddisfazione possibile, sono una cantautrice ed è giusto che l’unico filtro tra me e il testo che ho davanti siano le mie esperienze e le mie parole.