Blumosso è Simone Perrone, classe ’87, cantautore nato e cresciuto in provincia di Lecce. Si definisce “un inventore di canzoni”, parla del quotidiano, delle guerre che ognuno combatte con se stesso. Ritmi incalzanti e testi tumultuosi, come il mare quando è agitato.
Venerdì 8 maggio pubblica il suo nuovo EP dal titolo Conseguenze come la fine naturale di un ciclo iniziato due anni fa con la pubblicazione del disco In un baule di personalità multiple.
Possiamo considerare questo EP come l’appendice del baule, quello che ne era rimasto fuori, non volendo pubblicare un disco da 15 brani.
Blumosso chiude il baule e lo fa aggiungendo un brano inedito che si chiama Ermione, in cui strizza a nuove sonorità pur rimanendo sulla tematica, cara al cantautore pugliese, del doppio lato della medaglia in merito ai rapporti umani. Ecco cosa ci ha raccontato
Conseguenze è il titolo del tuo nuovo EP, si chiude un cerchio. Raccontaci cosa è successo negli ultimi tre anni e che percorso umano e artistico ha compiuto Blumosso..
Gli ultimi tre anni sono stati un flusso di cose concrete e pensate. Mi sono rimesso in gioco, con un nome nuovo: Blumosso; ho scritto canzoni, ho pubblicato il mio primo disco In un baule di personalità multiple, l’ho portato in giro per tutta Italia, con il mio “Tour in un baule” e parallelamente ho continuato a pubblicare, prima i singoli tratti dal disco, poi altre canzoni ancora. Fino ad arrivare a questo momento.
Possiamo considerarlo dunque un’appendice del baule?
Certamente lo è. Alcune canzoni di Conseguenze sono state scritte insieme a quelle che poi ho deciso di inserire “nel baule”, e per questo c’è una certa continuità, sia a livello testuale che sonoro. Perciò, Conseguenze è l’appendice di In un baule di personalità multiple. Rappresenta concretamente il momento in cui la scatola si chiude.
Hai dichiarato che ti prenderai il tuo tempo per scrivere nuova musica, come vivi il periodo in cui “si spengono i riflettori” e rimani concentrato sulla scrittura?
Anche a riflettori accesi, sono un artista che cerca sempre i suoi angoli di buio. Sono importanti per me, per i miei equilibri e la mia ispirazione. La scrittura è un processo che non mi deve mai mancare. Inoltre penso solo in parte che la scrittura sia frutto d’improvvisa ispirazione. Scrivere è una palestra, come la fotografia, bisogna sempre allenarsi; solo così si può essere sempre in forma.
Ermione è il brano di punta di questo EP, un brano che hai definito come “il più sporco”, spiegaci il perché…
Probabilmente perché Ermione è un brano che strizza maggiormente l’occhio verso sonorità più spinte. Sicuramente è il brano con più groove tra quelli che ho pubblicato di recente. Volevo un sound più sporco a livello di strumenti a corda, e avevo in testa un suono di batteria più saturo rispetto ai miei standard. Matteo Bemolle, che ha prodotto il brano riuscendo a mettere in pratica ciò che avevo in testa. Ed ecco Ermione.
Ti è cara l’immagine del doppio lato della medaglia nei rapporti umani, qual è la tua opinione a riguardo?
Credo sia sempre vivere qualcosa e poi, nel caso, soffrirne per le conseguenze; piuttosto che non viverla affatto per paura dei risvolti.
La tua musica fino ad ora è stata molto legata all’aspetto cantautorale, cosa dobbiamo aspettarci da Blumosso 2.0?
Non perderò di vista la mia vena cantautorale, ma sarò un Blumosso più ritmato e con un suono più chitarristico negli arrangiamenti delle canzoni.
Questi anni li hai vissuti in modo intenso anche dal punto di vista dei live, ora che sei fermo, come ti senti e come pensi si possa sviluppare il rapporto con i concerti nei prossimi mesi?
Come i miei colleghi, vivo intensamente questo dramma del blocco del mondo dello spettacolo. All’inizio l’ho preso come un momento di pausa in cui approfittarne e riposare (anche la voce, che ogni tanto ha bisogno di riposo), ma ora scalpito perché voglio suonare. A proposito di ciò, a mio modo tornerò a fare live, ma virtuali. “conseguenze” sarà accompagnato da un tour di eventi online, “Isolato tour”: i concerti virtuali saranno delle tappe di un fantomatico viaggio a circumnavigare l’Antartide (il luogo isolato per eccellenza). Chiaramente non sarà la stessa cosa, ma quantomeno sarà un modo per interagire con il mio pubblico, e per continuare a suonare la mia musica sperando arrivi lontano.