– di Giacomo Daneluzzo –
Diego Bettedi, classe 1986, ha pubblicato lo scorso ottobre Frammenti, EP autoprodotto che segna il suo esordio da solista, nonostante abbia già all’attivo numerose esperienze in vari gruppi di diversi generi. Frammenti è un lavoro fuori dal tempo, che si fa riconoscere all’interno del panorama musicale e risulta ostico da definire. Nonostante questo appaiono chiari i riferimenti musicali, che avvicinano il cantautore romagnolo al rock targato anni ’70, ma per molti versi anche al più illustre cantautorato italiano, soprattutto in riferimento ai testi.
Bettedi in sole cinque tracce, nessuna simile alla precedente, racconta la sua visione del mondo e della vita, usando parole scelte con cura, ponderate e di grande efficacia comunicativa, ma che allo stesso tempo suonano tutt’altro che artificiali e risultano estremamente spontanee e sincere, cantate da una voce potente e matura dal punto di vista tecnico; chitarre acustiche, ma soprattutto elettriche, si uniscono a una strumentazione tipicamente rock, con abbondanti influenze elettroniche e, a tratti, psichedeliche. Il cantautore esprime così il suo immaginario poetico, che comprende anche la volontà di comunicare messaggi di un certo spessore (di cui La povertà è una questione di stile è l’esempio più lampante). Il risultato è un unicum nella scena musicale, per forma e contenuti, capace di andare controcorrente con grande stile.