Nuovo disco, oltre i confini prevedibili ma sempre rispettoso delle sue origini. E parliamo di MODER, rapper romagnolo, figlio di una controcultura urbana di condivisione e cooperazione che ovviamente rinnova anche in questa nuova pubblicazione dal titolo “Ci sentiamo poi” per Glory Hole Records dove, tra gli altri, troviamo anche Murubutu, Claver Gold, Stephkill e Dj 5L. Un disco che sfida le convenzioni sociali sia liricamente che metricamente regalandoci brani come il singolo “Non ne posso più”, gustosa antitesi dello stile di appartenenza. Segno di maturità che incanala rabbia e irriverenza secondo misure interessanti, sostenute metriche che trovano equilibrio in uno scorrere leggero di personalità e di grande consapevolezza… ingredienti importanti che confermano MODER uno dei più interessanti rapper della scena underground italiana.
Moder e il tempo. Un disco contro il tempo o sbaglio?
Ma non saprei, contro il tempo ci corro da sempre, ho un rapporto strano con il tempo che passa. Ma credo nel contempo sia un disco attuale, nelle sonorità e nei racconti. Il tempo è l’unico vero nemico di ognuno di noi, combatterlo è sfiancante e si perde sempre.
Ma io direi anche che questo è un disco contro i conformismi, contro le etichette… non trovi?
Assolutamente. Ho provato ad essere me stesso con tutti i pregi e i difetti. Musicalmente mi hanno sempre dipinto come un rapper duro e puro, sia chiaro non mi distaccherò mai dall’hip hop ma artisticamente proprio il rap mi ha spinto in territori nuovi che dovevo comunicare.
Le maschere che ci mettiamo e ci mettono piano piano ci ingoiano, strapparle fa sempre male, quel dolore lo conosco bene, è tutta la vita che provo a stracciare ogni definizione per cercare chi sono.
E comunque di cliché ce ne sono sempre tanti e ben precisi dentro generi come questo… cosa ne pensi?
Si è normale, cercare un posto nel mondo implica non avere un centro, a volte i cliché servono a farci sentire che esistiamo, col tempo chi non se li scolla di dosso rischia di non trovarsi più.
Uno dei caratteri che tornano sempre è la “collettività”, la collaborazione, e tu non sei da meno. E non solo Murubutu dentro questo lavoro…
Sono cresciuto in Romagna, patria della cooperazione. Anche l’immagine dei bimbi sperduti di Peter Pan mi ha sempre guidato: per combattere i “pirati”, di cui è pieno il mondo, quelli come noi devono organizzarsi. Basta un po’ di follia e molta testardaggine per trasformare degli outsiders in una squadra.
A chiudere Moder: se ti chiedessi un parere sulla trap e sulle derive pop che ha preso il rap e l’RnB?
Il rap e il pop hanno sempre flirtato, le evoluzioni e i sottogeneri sono la linea del rap che quando appare in stanca creativa cambia se stesso. In Italia proprio la trap ha forato molto l’immaginario, forse i numeri o alcuni atteggiamenti, credo la trap sia un fatto, ha portato cose molto positive e alcune molto negative ma credo faccia parte della naturale evoluzione delle cose. Conosco gente che non riesce più a innamorarsi di musica nuova, questo per me è un incubo: non sono un nostalgico, amo evolvere quanto amo studiare il passato.