Non pensavo sarebbe stato così divertente. Non lo credevo perché la musica irish non è, tendenzialmente, nelle mie corde. E invece questi Patricks non solo mi hanno stupito ma, cosa importantissima specie in questo difficile periodo in cui impazza il Coronavirus, divertito. Non è poco.
Ma come hanno fatto? Beh, innanzitutto diciamo il peccato, ma pure il peccatore: la musica che mi ha così colpito è contenuta nella seconda fatica del gruppo intitolata “Rocky road to Ireland”.
Quello che mi ha più colpito nell’ascolto delle 10 canzoni contenute nel lavoro è la freschezza. Brani che fanno saltellare, e respirare l’aria della verde Irlanda. Che bello sarebbe essere sdraiati su un prato, ora! Sarà che la sezione ritmica del gruppo è rock oriented, con quel basso-batteria tipico e che ben si incastona anche nelle atmosfere celtic, ma il risultato è più incisivo di altri gruppi votati alle atmosfere in esame.
Attenzione, però, ciò non toglie che ci siano anche violini ed altri strumenti tipici. Che si sentono più che mai nella strumentale “The Butterfly / Golden Stud / The Man in the House”. Le melodie sono allegre, e lo sono anche quando canta Margot Zanetti. Che, le va dato merito, ha un inglese ottimo. In grado anche di convincere gli ascoltatori autoctoni. Sintomatico che anche su Spotify la prima nazionalità per ascolto di questi italiani del nord sia quella irlandese!
Ma anche a livello corale i ragazzi funzionano. Riprova ne è “The Rocky Road to Dublin”, brano saltellante che non lesina le melodie. Fra i brani che più si fanno apprezzare segnalo anche “Spancil Hill”, composta a metà del 1800 da Considine. Tutte le canzoni sono state composte da altri artisti ma non sembra: l’interpretazione dei Patricks è infatti totalmente calata, ma in linea con lo spirito originario.
Un applauso anche a Max Titi, che con la sua Maxy Sound ha creduto in questo progetto, che ha anche registrato e mixato. Il suo tocco riesce a far germogliare un humus già pregnante, mettendo in risalto gli arrangiamenti in chiave folk-rock. Il fonico e bassista Andrea Zenaro e il fisarmonicista Manuel Girlanda sono gli ospiti del lavoro, sviluppato dai Patricks, composti dalla già citata Margot, Alessio Malesani (chitarra, voce), Gabriele Girlanda (fiddle, tenor banjo), Riccardo Alberti (irish whistles, gaita), Nicolò Alberti (batteria, percussioni) .