– di Angelo Andrea Vegliante –
Tutelare, narrare e includere la diversità psichica attraverso le varie forme artistiche esistenti. In poche parole, possiamo riassumere così la mission di DOdiMatto!, associazione di promozione sociale che parla di equità sociale con armi di vario tipo: canzoni, poesie, libri, dipinti e via discorrendo. Detta così, la stiamo facendo facile. Per questo motivo, ci siamo rivolti direttamente ai protagonisti: abbiamo intervistato il produttore artistico dell’iniziativa, Nicola Baronti.
Partiamo dal principio: da quale idea nasce DOdiMatto?
L’associazione nasce dalla idea di sviluppare un progetto più creativo rispetto al normale utilizzo della musicoterapia, unendo le nostre esperienze di diversa estrazione professionale per costruire un percorso di produzione artistica a 360 gradi.
Quale mission si pone questa associazione?
L’obiettivo è quello di coinvolgere la cosiddetta società “sana” (ammesso che esista) producendo e promuovendo progetti di natura artistica, dando supporto e voce ai soggetti più fragili psichicamente, spesso altrimenti lasciati ai margini della società. Rafforzare il senso di utilità sociale, di un riconoscimento attraverso la comprensione e l’apprezzamento del loro lavoro.
Quali saranno le attività peculiari della vostra realtà?
Nel mio specifico come direttore artistico de “La tana del bianconiglio” partner dell’associazione, mi occupo delle produzioni musicali in studio, seguendone sia l’aspetto tecnico che lo sviluppo artistico dei progetti in ambito musicale. Gli altri associati ne cureranno la promozione, la distribuzione in rete, l’organizzazione di eventi di presentazione, l’aspetto grafico, ecc.
Usare l’arte per raccontare, tutelare e includere la diversità è sicuramente un proposito positivo. Attraverso quali strumenti e/o linguaggi proverete a raggiungere questi scopi?
Raccontiamo il disagio dando voce a chi ne soffre, attraverso un disco, un libro o un disegno, lo tuteliamo attraverso il lavoro di uno staff che lo rende un progetto, un prodotto alla fine di un percorso. Infine lo includiamo in un contesto professionale, con uno spettacolo, con la promozione perché arrivi a più persone, dandogli una visibilità affinché non rimanga uno sfogo personale ma venga condiviso.
Il disagio psichico è un tema complesso da trattare, soprattutto perché pieno di sfaccettature e di particolarità. In questo caso, che valore assume l’arte? Diventa un semplice messaggero oppure può contenere interpretazione ancora più determinanti per l’inclusione sociale?
Raccontare le loro storie, le loro emozioni, le paure e le speranze, dando vita a un progetto artistico, crediamo sia l’aspetto integrativo più importante, il più concreto e pratico.
Attualmente, si parla spesso di equità sociale, che migliorerebbe di gran lunga l’integrazione delle persone con diverse condizioni, anche quelle che hanno disagi psichici. L’arte è in grado di avallare l’idea che l’equità è un principio sociale fondamentale?
La cultura è la maggiore responsabile della disparità sociale che ci accompagna da sempre, e l’arte è sicuramente la sua espressione più diretta, la forma più potente e comprensibile dal maggior numero di persone. In particolare, la musica ha sempre avuto questa responsabilità nei confronti della società.
La musica, i libri, i dipinti e non solo, sono strumenti che inficiano positivamente nella psicologia umana. Con quale minimo comun denominatore DOdiMatto farà sì che tutte queste componenti viaggino all’unisono?
I progetti sono legati da un filo conduttore. Ad esempio, il primo progetto a cui stiamo lavorando comprende tutti e tre gli aspetti. Si parte da una raccolta di 60 poesie che vorremo stampare e far diventare quindi un libro: ne sono state estratte 10 su cui stiamo lavorando per renderle un disco, affiancando a tutto questo un progetto grafico, le immagini ci daranno un colore, un’emozione visiva ad ogni poesia, intrecciando per cui questi tre percorsi in un unica trama, in una sinergia di suoni colori e parole.