Un nuovo disco fresco di scrittura e pubblicazione disponibile anche in una bellissima edizione in doppio vinile trasparente. Un ritorno che molti attendevano quello di Roberto Zanetti ovvero SAVAGE.
Una carriera che nasce tra le trame della dance anni ’80 e da lì si è inerpicata dentro mille prestigiose collaborazioni che è inutile elencare di nuovo, come fatto altre mille volte.
La storia di Savage è nota alle cronache discografiche di oltre 30 anni di grandi successi e questo nuovo disco, di quel sapore anni ’80 e ’90, di un dream pop di stampo inglese che immancabilmente ci riporta indietro nel tempo, ricco di una produzione davvero preziosa dove troviamo 15 inediti e una versione orchestrale di quella famose “Only You”. Un lavoro che finalmente ristabilisce il vero equilibrio tra il gusto e il grande mestiere artigiano, nonostante l’elettronica imperi ovunque. Ma c’è modo e modo direbbe qualcuno…
Finalmente un disco. Un disco di inediti (eccetto uno s’intende). Tempi maturi, ispirazione raccolta… qual è il vero motivo?
Avevo abbandonato il “Savage” cantante perché ero troppo impegnato nelle produzioni di altri artisti. Poi nel 2005 sono tornato ad esibirmi in spettacoli live ed ho avuto la possibilità di incontrare fans che mi seguivano da anni. La domanda comune era “quando qualcosa di nuovo?”. Per un po’ ho tergiversato, non mi sentivo pronto, poi ho deciso che avevo il dovere di fare qualcosa per tutti loro, e in fondo ne sentivo anche la voglia, così mi sono buttato a scrivere canzoni. Devo dire che mi sono venute di getto, era come avere aperto un frigorifero pieno di dolci… e mi ci sono buttato!
Amore e Pioggia. Una fotografia essenziale dei tempi di oggi o del tuo personalissimo stato d’animo?
Il mio stato d’animo, sono sempre stato un romantico-malinconico, sin dalle prime canzoni. Scrivo io tutti i miei brani e cerco di mettere sempre qualcosa di me. Mi ero accorto che la pioggia veniva fuori spesso nei miei testi, quasi quanto l’amore, e allora ho scelto Love and Rain come titolo.
La New Wave anni ’80 è tornata di prepotenza con questo bellissimo disco. Che tracce di futuro invece hai ricercato nel suono e nella scrittura che invece, di primo ascolto, sembra essersi fermata a quel tempo?
Ho volutamente cercato di rimanere fedele al sound degli anni ’80. Ho utilizzato i metodi di registrazione/scrittura di quel periodo e anche i sintetizzatori e le batterie elettroniche che andavano per la maggiore. Tutto naturalmente filtrato nelle nuove tecnologie digitali per avere un suono più corposo e “pompato”.
Che poi restare ancorati in un tempo prezioso come quello da cui proviene la tua cifra stilistica, è di grandissima importanza. Oggi le tradizioni non si conoscono più, la cultura del passato non esiste… esiste l’emulazione e la finta trasgressione. Che ne pensi?
Negli anni 90 con i brani di Alexia, Double you, Ice Mc seguivo le mode, nel 2000 anche, con Zucchero in Baila Morena e Ahum… avrei potuto fare un disco con i suoni di oggi, ho una grande esperienza come produttore, sarebbe stato facile, ma sarebbe stato come snaturarmi, tradire le radici del mio successo. Ho volutamente fatto un disco senza preoccuparmi delle mode e delle classifiche, ma un progetto che rispecchiasse il mio mondo e il suono che mi ha formato negli anni 80. Oggi per essere famosi devi trasgredire o creare “casi” come a Sanremo se ne sono visti diversi, ma non fa per me, io faccio musica per trasmettere emozioni, le mie emozioni, sono un cantautore “elettropop”…
Guardo il video di “I Love You” ma davvero non pensavo ad un immaginario simile per questo suono e questo brano. Com’è nato invece questo video?
È la più bella storia d’Amore che una persona possa desiderare, un amore che nasce da bambini e va avanti fino alla vecchiaia, alla malattia, alla morte… Una vita con una unica compagna, forse un’utopia nel mondo d’oggi, ma chi non vorrebbe una storia così?
A chiudere: la musica personale di Savage avviene perché ne avevi bisogno o perché in fondo è un diversivo alla tua grande carriera?
Come ho detto prima nasce da una richiesta dei fans ma poi mi sono reso conto che avevo voglia e bisogno di scrivere canzoni pop, di entrare in studio di registrazione, di provare il brivido delle note dei violini. Pochi giorni fa ho tenuto uno spettacolo a Cracovia in Polonia ed ho cantato per la prima volta I LOVE YOU in pubblico… mi è scesa una lacrima per l’emozione. Ringrazio la Musica di avermi dato queste sensazioni, sono impagabili.