– di Sara Fabrizi –
Il suo settimo album viene dopo lo scoppiettante Bollicine, dopo il live album Va Bene, Va Bene Così che cristallizza il format del concertone Vasco style, dopo i 22 giorni in carcere per essere stato preso in possesso di stupefacenti.
Qualcosa doveva cambiare insomma, per non restare impantanato nel personaggio che aveva toccato il massimo della curva del rock’n’roll. Decide quindi di darsi una regolata e una ripulita, rientra in studio e registra un album di rassicurante pop rock. Un album che piaccia alle classifiche e ai benpensanti.
Primo vero compromesso che egli fa con il mercato discografico e con la società tutta. Ne escono 9 brani nel solito equilibrio perfetto fra irriverenza e romanticismo, ma con la cifra aggiunta di una maggiore auto – riflessione. Il ragazzotto è cresciuto e, seppure sa bene che non smetterà mai pose e sentimenti (veri!) da rocker ribelle, cerca di assestarsi su terreni meno impervi. Riprende quel mood cantautorale delle origini che ce lo svela di nuovo fragile, seppure strafottente.
La balladona dell’album è Toffee. Malinconica ode ad una donna che è andata via, quella che sarebbe stata la moglie perfetta. Un languido sax permea l’intero brano e quel dolce lamento ripetuto in loop “Oh Toffee, Toffee, Toffee”. Un uomo che non sa arrendersi alla fine di una storia e ripercorre ricordi ancora troppo reali. “Passami l’asciugamano, quello bianco lì, sul divano. Toffee, dai che c’ho freddo Toffee”.
E’ il pezzo più dilaniante di un album che conta altri 2 bei lenti: Una Nuova Canzone Per Lei e Dormi, Dormi. Il primo è una cover di With A Shake of Her Head dei Blizzard, su cui Vasco scrive un testo romanticone piacevole, ma senza purtroppo avere la magia del suo più illustre predecessore Una Canzone Per Te. Tastierone eighties, immancabile sax, batteria incisiva. Caratteristiche dell’intero disco. Arrangiamenti ruffiani, radiofonici e scala classifiche.
Dormi, Dormi è dolce ma non melensa. Frutto di quella sensibilità che svela la parte più fragile del rocker. Una canzone disvelamento, funzionale a farcelo amare a dispetto di eccessi vari.
T’immagini è la classica hit caciarona e piaciona. La perfetta canzone scanzonata del periodo. Il sound così 80s, il testo così easy e pret-a-porter. Accattivante, da urlare ad un suo concerto o sotto la doccia. Del resto il piglio easy è una costante del disco. La title track ne è un altro perfetto esempio.
Cosa Succede In Città ti si ficca in testa con i suoi assoli di sax e il suo ritornello, sintesi perfetta del nuovo corso radiofonico di Vasco. E così i restanti brani dell’album, che ne decretano una sostanziale omogeneità, fra un guizzo di ironia molto godibile (Ti Taglio La Gola) e un non velato sarcastico riferimento alla storia dell’arresto (Cosa C’è). Un disco che, seppure manchi di quel mordente a cui ci aveva abituati, funziona e suona molto bene.