– di Assunta Urbano –
Già a partire dal primo ascolto di Naked Thoughts si comprende quanto sia stretto il rapporto tra Yuman e la musica.
Nel suo percorso musicale ha toccato due città simbolo in Europa per il panorama musicale. A Roma, però, si sente davvero a casa. E ce lo fa assaporare nei nove brani contenuti nel disco, cantati in lingua inglese. Otto inediti, una cover e tanta voglia di raccontare, con l’obiettivo di arrivare ad un pubblico sempre più ampio.
Abbiamo intervistato Yuman, per comprendere al meglio il suo viaggio e il suo Naked Thoughts uscito il 27 settembre scorso.
È un dato di fatto che la musica ti scorra nelle vene. Lo hai dimostrato sia nell’esperienza da busker, sia nel disco da poco uscito. Insomma, prima di tutto vorrei chiederti com’è stata per te quest’esperienza da artista di strada e poi che tipo di pubblico è quello con cui sei entrato in contatto.
È stata sicuramente un’esperienza super formativa. L’importante in queste cose è anche fare pratica e questa cosa mi ha aiutato tantissimo. Il pubblico con cui entri in contatto è forse il migliore in assoluto, perché è neutro. È quello di tutti i giorni, quello della strada. Ti dà un feedback all’istante.
Assolutamente. Rispetto, invece, al pubblico solito che si posiziona sotto un palco che differenza hai notato?
È diverso, perché magari quando stai suonando come busker devi riuscire a trattenere le persone. Devi riuscire ad attirarle e fare qualcosa di particolare. Certo, anche nel locale devi farlo. Lì, però, le persone sono presenti per un motivo specifico e la dinamica è diversa.
Negli ultimi anni ti sei spostato da Londra a Berlino, in assoluto le due città in cui più si respira ovunque l’arte in Europa, secondo me. Si tratta di un dato quasi controcorrente questo ritorno a Roma, rispetto all’odierna consuetudine. Per quale motivo hai scommesso sulla Capitale italiana?
In realtà, a me piace tantissimo stare a Roma. Io sto benissimo qui. Certo, vorrei che cambiasse, perché non è perfetta ed ha i suoi difetti. Nonostante ciò, in Italia abbiamo tutto. Io sogno un futuro d’oro anche qui per la musica. Intendo in tutti i sensi, per tutta la musica, non solo quella che sentiamo tutti i giorni. Sogno un’apertura mentale anche un po’ diversa. Poi, io insisto tanto sull’inglese, perché spero che le persone si abituino. È un linguaggio comune a tutti. Perché fare finta che non esista? Per quanto riguarda Roma, invece, beh, ha quel qualcosa che ti incanta.
Condivido assolutamente. Una volta che ti innamori di Roma non vuoi più lasciarla. Viaggiare sì, ma con base a Roma.
Certo, viaggiare è importante, però è anche fondamentale ritornare a casa. Io preferisco più viaggi spezzati, che viaggioni infiniti fuori.