di Angelo Andrea Vegliante
“Why always me?”, recitava una delle magliette più famose del mondo del calcio. Diversi anni fa fu mostrata da Mario Balotelli a seguito di un suo gol siglato nel derby di Manchester tra City e United. “Perché sempre io?”. Già, perché sempre e solo voi siete raccontati in tale modo? La domanda è puramente retorica, e se la risposta non arriva, bisogna farsi qualche esame di coscienza.
Domanda che, molto probabilmente, è apparsa nelle ultime ore anche nella testa di Young Signorino, protagonista – ancora una volta – in un episodio di rabbia e frustrazione. Durante una sua esibizione a Fermo, infatti, il trapper ha rifilato uno schiaffo in faccia a uno degli spettatori accanto a lui, reo quest’ultimo di ‘perculare’ l’artista con mossette non gradite. Com’era prevedibile, il video è stato caricato online, divenendo subito virale e cavalcando l’onda di una vicenda analoga accaduta lo scorso aprile, quando il giovane lanciò un microfono in mezzo alla folla.
Sul proprio profilo Instagram, Young Signorino ha raccontato la sua versione dei fatti, come riportato da RollingStone. “Se tu vieni nel mio spazio a fare il coglione io sto zitto una volta, due volte, tre volte poi ti becchi uno schiaffo in faccia. Dovete imparare a stare al mondo, non potete fare il ca**o che vi pare sia sui social che nella vita reale senza conseguenze: io vi do uno schiaffo, un altro probabilmente vi fa peggio. Fidati, questa è educazione. Siccome c’era assenza di sicurezza, ma non sto dando la colpa a nessuno, io mi sono difeso da solo giustamente. Tale persona mi stava provocando, venendo tre volte nel mio spazio, dicendo anche “anoressico” e frasi del genere. Che cosa ti aspetti? Che ti do un bacino o che ti do uno schiaffo? Io non ti rompo il ca**o. Non provocatemi manco sui social. Non scrivetemi ‘Pesi 20 kg che pizze vuoi darmi?’. Le pizze te le do, non me ne fotte un ca**o”.
Tra le varie frasi, una in particolare lascia un’amara perplessità: “Io mi sono difeso da solo giustamente”. Tra le parole consegnate al proprio pubblico social, infatti, in qualche modo, Young Signorino legittima la giustizia privata. Insomma, traspare l’ammissione (e l’accettazione) di una pratica che, almeno nel mondo della musica, non dovrebbe essere insegnata ai propri fan. Soprattutto in un contesto sociale italiano nel quale la violenza (fisica e verbale) sta diventando purtroppo un’arma legittimata dalle pecore qualunquiste. Banalmente, se ancora qualcuno non l’avesse capito, diventare un volto noto – anche solo online – porta a conseguenze complesse nella vita reale: ad esempio, l’accettazione completa da parte di un sostenitore di qualsiasi cosa faccia il proprio beniamino, emulandola anche se sbagliata.
Vale la pena soffermarsi su questo aspetto, in quanto la possibile trasformazione da Young Signorino a Young Signore risiede tutta qui: consapevolizzare il proprio ruolo all’interno della società e diventare un esempio positivo agli occhi del prossimo. Certo, chiedere una certa cognizione di causa a un ragazzo poco meno che ventenne è una sfida. Una sfida, tuttavia, che si può vincere con intelligenza e arguzia. Il rancore, l’insoddisfazione e il fastidio non sono ottime argomentazioni da espletare durante un live. Non è una gara a chi ha ‘il cazzo più duro’, è un’esibizione musicale, e tale dovrebbe restare. Le contestazioni non sono solo online, ma proliferano anche nella vita di tutti i giorni. E vanno accettate, nei limiti dell’umano.
In che senso? Se ci troviamo di fronte a un ragazzo che ‘scimmiotta’ il nostro modo di fare, le soluzioni (civili) perseguibili sono le più svariate: chiamare qualcuno che possa allontanare il ‘facironoso’ di turno oppure, in maniera del tutto eclatante, abbassare la musica, porgere il microfono al suddetto contestare e chiedere la sua opinione. Sono molte le variabili educate che ci permettono di rispondere all’inciviltà. Ma usare l’inciviltà al fine di contrastarla è fuorviante, un’azione del tutto priva di senso. Anzi, inciviltà chiama altra inciviltà. Why always me? Perché se le tue mani parlano più delle tue canzoni, forse hai sbagliato qualcosa.