– di Giacomo Daneluzzo –
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Questa settimana vi proponiamo il secondo EP di Dadàmo, intitolato Mille colori, realizzato nel 2018 con un’operazione di crowdfunding su Musicraiser.
Pugliese di origine, romano di adozione, dopo il primo EP del 2015 Dove sono le Hawaii Dadàmo (all’anagrafe Davide Dadamo, classe ‘95) torna in scena con cinque tracce dalle sonorità tra il funk-jazz e il pop cantautoriale, realizzate con la massima cura nei testi e soprattutto nella composizione e negli arrangiamenti, che devono molto a quel filone di pop britannico al confine con soul e jazz salito alla ribalta negli anni ’10 (un nome su tutti Sam Smith, vicino anche per la tecnica vocale).
Nessun rimasuglio del suo passato hard rock, genere da cui è partito, mentre il soul che ha attraversato si può sentire nella notevole tecnica vocale del cantautore, che con una voce acuta ed energica si destreggia tra melodie funky e ritornelli più sul pop, sopra a basi che pur conservando una certa omogeneità risultano variate e interessanti.
Basso, percussioni e chitarre sono gli strumenti centrali dell’album, arrangiati con grande cura e attenzione a ogni dettaglio nella creazione di strumentali che oscillano tra la tranquillità di un certo pop cantautoriale e del pop-jazz e i ritmi serrati del funk, il tutto accompagnato da testi molto intimi, scritti con uno spirito di semplicità e quotidianità ma tutt’altro che banali, da cui emerge uno sguardo critico sulla società odierna (il testo di Centimetri di libera espressione su tutti è forse quello in cui questa vena risulta più evidente) e una tendenza all’introspezione.
Il risultato è un EP indubbiamente di qualità, in particolar modo sul fronte propriamente musicale, i cui testi fanno da specchio tanto della realtà quotidiana quanto dell’autore e della sua interiorità.