Esordio che ci piace particolarmente quello di REDH che all’anagrafe porta la firma Matteo Pasqualone, che a vedersi così d’impatto ricorda un giovanissimo De Gregori e lo richiama ai più fedeli anche per quel certo modo di decantare le vocali nelle chiuse delle frasi, come in quel certo modo di cercare figure nelle descrizioni di questo suo primo disco di inediti. Un Ep dal titolo “Torneremo” edito da Kobayashi e pubblicato da Artist First. Canzone d’autore figlia di questa scena indie che, confessa, è frutto di poche misurazioni di stile rispettando invece quell’istinto e quella voglia di fare, lasciando alla produzione ampia libertà di raccogliere dal caso le intuizioni e le soluzioni più efficaci. Sono 6 inediti e un bellissimo video del singolo title track del disco, scritto e diretto da Valerio Desirò, che sottolineiamo con piacere e che vi mostriamo di seguito. L’era dell’indie pop ormai certamente non sforna più novità, la ricetta sembra essere sempre la stessa ma ci sono progetti che nella loro forza e vera ingenuità – ricchezza per un esordio – sanno mettere in campo davvero tanta personalità, pulita, semplice… seduzione d’autore oseremmo definirla.
Un esordio oggi. Gli ingredienti ci sono tutti: elettronica da perfetto indie-pop e quella forma di Ep che oggi pare sia più comoda e funzionale del disco intero. Raccontaci il tuo esordio… come ti sei misurato con questi ingredienti?
In realtà ho misurato ben poco… avevo molta voglia di fare e ci siamo messi in studio con il mio collettivo (BDR STUDIO) e il tutto è venuto in maniera naturale.
C’è stata molta ricerca sui suoni e molto lavoro in studio, è stata la mia prima esperienza e sono abbastanza soddisfatto.
La canzone d’autore oggi è fatta di liriche assai dirette, quasi “immediate”. Un tempo forse si ricercava la poesia e l’analisi… sei d’accordo?
Si sono d’accordo, adesso c’è molta più ricerca nel sound. Però e anche vero che i tempi cambiano, come la musica, come il modo di parlare.
Per me le canzoni sono come album fotografici delle emozioni, ascolto una canzone perché mi ci ritrovo dentro e il fatto di essere più diretti (ma non banali) per me ci sta.
Perché, ma soprattutto com’è, che Matteo Pasqualone diventa REDH? Che significa questo moniker?
Volevo un nome d’arte e mi sembrava stupido inventarne uno a caso, quindi ho usato il soprannome con il quale mi chiamano i miei amici (per ovvi motivi…), aggiungendo l’H.
Le grafiche dei vari singoli sono assolutamente “digitali”. Il colore acceso è un elemento ricorrente per quanto i tuoi brani hanno dentro un sound piovoso, scuro, molto intimo… ho percepito questo ma non so se sbaglio. Dimmi la tua…
Volevo un sound fresco. A me piace andare ai concerti ballare e divertirmi e se vieni a un mio live è quello che succede.
Ovviamente i testi sono malinconici, ma la malinconia secondo me non è un sentimento negativo, perché se la provi vuol dire che hai vissuto qualcosa di forte in passato.
Parliamo proprio dell’intimità di questi brani. Vita vissuta… hai cercato in qualche modo di raccontare anche la vita degli altri? In che modo?
Per il momento scrivo di me… per me scrivere è una specie di terapia, è una cosa che mi serve, mi fa stare meglio dopo.
Davvero molto bello questo video di lancio. Complimenti. Come nasce?
Grazie, nasce da un idea del regista Valerio Desirò. Io volevo un piano sequenza e avevo varie idee, lui le ha messe insieme ed è uscito il video.