• Di Giacomo Daneluzzo
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Al suo esordio solista nel mondo discografico, Federica Infante, cantautrice piacentina, già voce dei Vertigine Viola e vincitrice nel 2013 del concorso nazionale Artemusica, si presenta con Non importa, uscito nel 2018; otto tracce con cui, in appena mezz’ora, rivela i lati più profondi e fragili di sé, su trovate musicali interessanti e piuttosto originali.
Il disco si apre con il singolo Cercasi inaspettatamente, una ballad sulle sue insicurezze, le sue paure, ma anche sui suoi punti di forza, da cui emerge un desiderio di spontaneità ed equilibrio; musicalmente già s’intuisce la volontà di non essere banale, di stupire, con elementi che impreziosiscono la canzone come il cambio di tonalità. La voce estremamente espressiva rivela la sua potenza in tracce come When I’m Back, una delle due tracce in inglese, molto black e vitale.
Nella title track, scritta in occasione di un evento traumatico, un pianoforte delicato lascia spazio a quello che forse è il più introspettivo dei suoi testi, dedicato alla perdita della madre, per poi sciogliersi in una deviazione musicale più elettrica ed energica, che da un argomento pesante e cupo arriva a un’esortazione a rialzarsi di fronte alla difficoltà di fronte a cui la vita ci pone.
Un album di introspezione, quasi un’analisi profonda dell’autrice su di sé e sul suo mondo, equilibrato sia dal punto di vista dei testi che della musica: un pop cantautoriale molto ben costruito, con numerosi riferimenti musicali (dalla tradizione del cantautorato italiano a Tracy Chapman) e vari passaggi piacevolmente inaspettati, su cui poggiano riflessioni e considerazioni profonde, col risultato di creare un disco da ascoltare più volte, per cogliere tutti i dettagli che Federica inserisce tanto nella musica quanto nei testi.