Guidato dalla pregiata mano artigiana di Guido Guglielminetti, capobanda di Francesco De Gregori, Massimo Stona (che in arte si presenta come STONA) sforna un disco davvero molto interessante ed accattivante, composto, come da titolo, da diverse facce e sfaccettature che non mi permettono di etichettare il tutto con comodità e superficiale automatismo. Niente di banale in questo lavoro dal titolo “Storia di un equilibrista”, intriso di sottotesto e dettagli d’autore, dove la vita viene sviscerata tra figure allegoriche e metafore dal gustoso peso poetico e da una severità di giudizio che sembra non trasparire, forse anche merito del piglio spesso scanzonato e divertente che la produzione ha voluto restituire a brani come “Nel mio armadio” o “Belladonna”. Visioni distopiche in “Mannequin” e dolcissimi pensieri armonici come le onde del mare in “Sonar”, perpetuo pensiero e perpetuo movimento. Le melodie di Stona, se proprio vogliamo darci delle coordinate, si rifanno spesso a quella canzone d’autore leggera ma pungente che artisti come Gazzè, Silvestri e Fabi ci hanno fatto conoscere. E la chiusura della tracklist di questi 10 inediti si celebra con il singolo “Santa pazienza” che, in totale divergenza dagli stilemi fin qui vestiti, si presenta come una elegantissima canzone da cantautore de gregoriano. Ed ecco che un cerchio sembra richiudersi e sarebbe stata una ghiottissima ciliegia sulla torta se accanto a STONA avesse fatto la sua comparsa il principe in persona. Chissà se accadrà in futuro… per ora scambiamo due chiacchiere e vi presentiamo questo disco che, a mio modesto parere, restituisce nel suo piccolo una direzione di qualità alla canzone d’autore ormai sdoganata ai livelli più bassi della parola e della scrittura musicale. Sempre per il mio modesto parere, s’intenda…
Parliamo dall’ultimo video di lancio: “Santa pazienza”. Un brano che sembra non appartenere a questo disco. Te l’avranno chiesto tutti, non è così?
Si infatti, è arrivato a fine lavori ed è stato una sorpresa, ma abbiamo capito che anche se così diverso da tutto il resto del disco doveva entrarci. A volte serve anche un po’ di fortuna.
STONA: un nome (quello reale certamente) ma anche un moniker che sfida l’estetica di cantante e cantautore. Una provocazione per caso?
Si certo, ho pensato a qualcosa che andasse appunto contro ogni aspettativa e che fosse una provocazione.
Appunto parlando di forma: il tuo disco ha tante facce diverse. Ci dai delle coordinate? Qual è la vera genesi della tua musica? Ispirazioni e debiti?
Con Guido ho avuto la possibilità di divertirmi molto nella realizzazione di questo disco, non abbiamo voluto seguire nessuna moda musicale o stereotipo, quindi solo il piacere di suonare la musica che ci piace. E credo che si senta. Si passa dal funky alle sonorità latino americane, fino alla canzone d’autore. Mi piace non essere catalogato in un solo file.
E ovviamente citiamo Guido Guglielminetti: da suo allievo a suo collaboratore. Cosa ha fatto scattare questa “promozione” di grado?
Credo abbia capito che potevamo tirare fuori da queste canzoni un disco per davvero, e il suo mettersi in gioco con uno sconosciuto fa capire quanto sia un grande della musica italiana.
Beh la domanda nasce curiosa visto anche il nome in gioco: non hai pensato di cercare una featuring importante come quella di De Gregori (che su “Santa Pazienza” direi che ci starebbe alla grande)?
Mai dire mai… Magari al prossimo disco ci riusciamo!
A chiudere: dal vivo STONA, ma soprattutto dal vivo questo disco, che faccia ha? Ma soprattutto: oggi esiste una vita live che può chiamarsi tale? Parlando in generale…
Queste canzoni le sto portando in giro già dalla scorsa estate prima in acustico poi a volte con la band. Rassegne, ospitate, insomma oggi un vero tour è sempre complicato metterlo su, quantomeno al livello in cui mi trovo io ora, non è facile in generale ne per vendere dischi, ne per fare live, ma se ci si crede e si lavora di conseguenza, qualcosa si ottiene sempre, anche in questi anni difficili.