LIVE REPORT
STANLEY RUBIK + TERZO ZERO + USCITA 17
Init – Roma
Venerdì, 19 aprile 2013
Arrivo al locale in perfetto orario, trovo parcheggio immediatamente accanto all’entrata, e mi fiondo all’interno.
Ok scusate, per un attimo sono stato tentato dall’iniziare un racconto di fantascienza. Ma trattandosi della realtà, di Roma, ed essendo il locale l’Init, questa storia inizia con una dozzina di giri in macchina attraverso l’intero quartiere. E finisce che parcheggio a qualche chilometro distanza, sulla fermata dell’autobus, con quasi tre ruote su quattro.
Giungo a destinazione che gli Stanley Rubik stanno già suonando. O forse imprecando, non sono sicuro. Uno strumento è senz’altro assente, per l’esattezza una delle due chitarre del gruppo, poiché appunto uno dei due chitarristi è impegnato per lavoro. Ma c’è anche un altro strumento di cui si sente la mancanza, anche se in realtà sul palco ci sarebbe pure, quantomeno fisicamente. E stavolta si tratta del basso. Dario, che per sua fortuna è anche cantante, approfitta del microfono per sincerarsi dell’accaduto. Scatta così la ricerca del fonico, qualcuno prova ad affacciarsi in cabina regia, e torna a riferire che lì non c’è. Anche se però c’è la sua ragazza, ma non si intende di fonia.
Poco male comunque, gli Stanley menano che è un piacere, Dario oltre ad essere un bassista e un cantante è anche una discreta macchina e il concerto prosegue senza intoppi. Le basi elettroniche vanno a riempire il vuoto della seconda chitarra, la rabbia quello del basso. Non posso applaudire come vorrei perché in una mano ho una gigantesca birra, ma senz’altro apprezzo.
È il turno del secondo gruppo, i Terzo Zero. Qualcuno dev’essere tornato in regia perché ora l’audio va senz’altro meglio. Sul palco ci sono due chitarre stavolta, anche se a tratti sembrano tre o quattro. Vedi alla voce “muro di suono”.
A proposito di chitarre, mentre ascolto quelle sul palco, mi godo quelle in esposizione. Si tratta delle creazioni della liuteria Voodoo Guitars, sempre più attiva sul fronte live insieme ad ExitWell e Tsunami Station, organizzatrice quest’ultima dell’evento assieme a Cut Press. Se ho dimenticato qualcuno, la colpa è della gigantesca birra. Sempre lei.
Chiudono la serata gli Uscita 17, costretti ad accorciare la scaletta perché nel frattempo si sono fatte le una di notte, anche se la gente invece di andarsene sembra più che mai. Gli Uscita ci sanno fare, ma non lo scopriamo stasera. E così dopo aver appreso dalla voce di Federico che all’estero la gente batte il tempo con le mani in levare, ed aver miseramente fallito provandoci, il pubblico canta e balla… Trovando anche il tempo di commuoversi sulle note della splendida “Oceano”.
Vado via dal locale alle tre di notte, felice di aver trovato ancora una volta gente piacevole, fresca, che fa musica con passione. Uno di questi giorni li chiamo e organizzo qualcosa. Appena ritrovo la macchina.
Matteo Rotondi