di Riccardo Magni.
Dopo quasi tre anni Marco Iacampo torna con questo nuovo album, che è l’ultimo capitolo di una trilogia in cui i titoli compongono la frase tra il portoghese e il latino: Valetudo, Flores et Fructus.
Il cantautore, che grazie al titolo del suo singolo contenuto in Flores (del 2015) si è guadagnato il soprannome di “Pittore elementare“, ha tenuto fede al suo appellativo sfornando un disco che sembra mescolare gli elementi della natura, che compaiono tutti, acqua, terra, aria e fuoco, in undici tracce dal sapore primordiale, con atmosfere che spaziano dal tropical-mediterraneo all’esterno-notte metropolitano con le sue sfumature soul, che cullano l’ascolto anche quando i bpm provano a spingersi più verso l’alto, grazie alla voce calda ed accogliente di Iacampo, alle tematiche dei brani, ed all’apporto di Gui Amabis, artista e produttore brasiliano, che ha lavorato a braccetto col cantautore.
Un disco in cui Iacampo semplifica i linguaggi, appiana ogni complessità, presentandosi “con tutto il cuore aperto” di fronte ad un mondo caotico a cui, “se vuoi dare un ordine, devi esser lento”.