Il 9 marzo 2018. Questa è la data ufficiale di uscita di Rebirth, primo album di Marco Zitelli. Forse però lo conoscete meglio con il nome di Wrongonyou.
Un album atteso, scritto con calma, pazienza, arrivato al culmine di un percorso intenso.
Il viaggio cominciato con la pubblicazione dell’EP The Mountain Man, ha portato Marco a esibirsi in tanti concerti, raggiungendo i palchi del Primavera Sound e dell’Home Festival, fino ad approdare al cinema, collaborando al film di Alessandro Gassman Il Premio, sia come attore che come musicista (ha composto la colonna sonora).
Romano doc, tornerà nella Capitale con un concerto all’Auditorium Parco della Musica il 21 marzo.
“Sono stato tanto in giro per il mondo, un’esperienza incredibile: California, Islanda… ma ci tenevo a tornare a casa. L’Auditorium è un posto prestigioso. Suonare in casa mi emoziona. Più le cose si fanno grosse e più sei lontano. Suonare a casa è bello ma non è così facile”
L’album Rebirth è stato registrato a Los Angeles con la produzione di Michele Canova.
“Michele (Canova), oltre alla produzione, mi ha trasmesso il senso del lavoro. A Los Angeles è tutto un produci produci, tutto di corsa. Sei efficiente, non c’è dubbio. Ma la tranquillità e la calma che ti trasmette casa tua è impagabile.”
Marco è essenzialmente un ragazzo legato alla sua città, anche artisticamente.
“L’album prende il nome dall’ultima traccia, Rebirth, registrata presso Impronte Records ai Castelli Romani. Faccio pubblicità (sorride). Ci tengo. Rebirth è un brano cantato di cuore, una rinascita dopo un periodo difficile.”
Ora con il film Il Premio Marco è diventato un attore. Inaspettatamente.
“Squilla il telefono. Rispondo e sento – Ciao sono Alessandro (Gassman), come stai? Vorrei usare le tue canzoni nel mio film – Passa un po’ di tempo e mi dice – Vorrei che facessi tu la colonna sonora – E poi l’apice – Ho visto i tuoi video, ti immagino troppo nella parte di mio figlio – E io ho risposto di non essere bravo e di non avere mai fatto niente del genere. A quel punto Alessandro mi risponde – Tranquillo che se sei un cane te lo dico –”.
Un’occasione unica, soprattutto dal punto di vista emozionale.
“La naturalezza con cui uscivano dalla parte, io me la portavo appresso. C’è una scena in cui Alessandro mi urla addosso e io a mala pena uscivo fuori dalla parte, ma senza volerlo. Inconsciamente mi immedesimavo talmente tanto che sembravo un attore d’esperienza. Ma ero solo veramente scosso per le urla. Per non parlare di Gigi Proietti: un colosso, un mito, che serenamente ti tratta come un nipote”.
Quello che mi ha sorpreso di più è la consapevolezza e la compostezza di Marco difronte a un successo oggettivo.
“Sono stato fortunato”
Forse è vero.
Ma la fortuna aiuta chi agisce, chi suona, chi viaggia, chi sogna.
Vincenzo Gentile