• di Vincenzo Gentile •
Voce e chitar…anzi no. Voce, arpa e talento sul palco di Sanremo con Max Gazzè, per il brano “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno”. Cecilia e la sua arte.
L’immagine del cantautore, oggi soprattutto, è legata principalmente alla chitarra. Quante volte troviamo l’artista seduto sullo sgabello, che imbraccia lo strumento e sotto un fascio di luce si esprime difronte a un pubblico sognante?
Spesso è così. Ma non sempre. Stavolta, ad esempio, ho avuto il piacere di conoscere Cecilia, una cantautrice che al posto della chitarra imbraccia l’arpa.
A 5 anni Cecilia rimane affascinata da un’arpa vista in TV. Passano gli anni e viene ammessa al Conservatorio di Torino. Ottenuto il diploma “fugge” a Los Angeles. Tre mesi dopo torna a Torino da dove riparte e si imbarca otto mesi per “allietare” le orecchie dei turisti in crociera. Questa esperienza le permette di conoscere tante realtà diverse (dall’India alla Cina, dal Mediterraneo alla Penisola Arabica). Da lì una serie lunghissima di concerti, collaborazioni, momenti che le regalano esperienze forti e intense.
Come hai scelto il tuo percorso?
“È stata l’arpa che mi ha aperto la strada, mi sono adattata in seguito e ho trovato il mio stile suonando. Ho fatto fatica a trovare musicisti a cui ispirarmi, perché la maggior parte è di stampo classico”. Sebbene non siano popolari al grande pubblico “ho conosciuto (di persona o di fama) molti musicisti che si esibiscono e compongono con l’arpa. Non sono sola (sorride)”.
Salire sul palco di Sanremo a mio giudizio è una fortissima emozione. Cecilia è fuori dalla competizione, ma con la sua arte accompagna un musicista in gara e di grande successo: Max Gazzè.
Che impressione hai quando conosci e collabori con musicisti famosi?
“Conoscere e vedere da vicino le persone che sei abituato a vedere da lontano, è interessante. Capisci che quelli che sono bravi e soddisfatti della propria carriera sono quelli con cui puoi confrontarti meglio. Oltre a Max Gazzè mi viene in mente anche Niccolò Fabi. Non mi è ancora capitato di rimanere delusa da un incontro con un artista famoso”.
Fra i tanti dubbi e curiosità che mi vengono in mente, mi sono chiesto quale può essere la visione di un’artista che esce fuori da coro del “solito” cantautore.
Che opinione hai di questo ritrovato, sfrenato interesse verso il cantautorato?
“Credo nasca dalle difficoltà di gestione di un locale. Oggi chi possiede un ristorante, un pub, un luogo in cui poter proporre musica, abbia in linea di massima forti ostacoli economici, decide quindi di ripiegare su un singolo elemento piuttosto che su una band. Niente di male, ma probabilmente non è solo una scelta artistica”.
“Ormai tutti suonano la chitarra?”
“In realtà credo che oggi tutti abbiano un pc. Quindi credo che l’evoluzione porterà ad esprimersi musicalmente per lo più con il laptop. Rimarrà un piccolo gruppo di “fanatici” (scherzosamente) me compresa che rimarrà fedele all’acustico”.
Evito di scrivervi qui le mie maldestre domande a sfondo tecnico (potete immaginare). Ma la mia curiosità invece che sopirsi si è ingigantita. Invito tutti voi a seguirci perché appena Cecilia sarà a Roma vi informeremo e andremo tutti insieme ad ascoltarla.
Siete curiosi?