Una storia al contrario? Forse. O forse siamo qui a raccontarvi di una delle ovvie evoluzioni di un musicista che ad un tratto prende la sua storia e la sua carriera e ne fa musica propria. Chiara Giacobbe è forse tra le violiniste più conosciute sulla scena indie per via della sua militanza negli Yo Yo Mundi. Ma non solo ovviamente. Chiara Giacobbe è anche il violino degli Lowlands e di quel folk americano gravitato nella formazione – assai proprietaria – chiamata Chiara Giacobbe Chambers Folk Band. Ma archiviato, si fa per dire, tutto questo e frullato ben bene oggi vi presentiamo “Lionheart”, un disco probabilmente figlio di tutto questo scenario: dal pop europeo alle strade americane, dal Mexico (e qui citerei il secondo strumentale del disco assai didascalico in tal senso “My Mexico”) alle ovvie tinte scozzesi che non possono mancare in una musicista come la Giacobbe. Ma non aspettatevi solo quel mood violinistico da strada. Un disco come “Lionheart” regala anche momenti fiabeschi ed echi folk moderni come la splendida “Blessed Be” in cui il violino colora, se colora…
Yo Yo Mundi. Un marchio che ti porti dietro come fosse un peso contro la tua personalità o un viatico per avere la vita più “facile”?
Gli Yo Yo Mundi sono la band con cui suono da qualche anno, i componenti sono anche diventati miei amici e mi hanno insegnato molto. Sono legata alla produzione degli Yo Yo e il tipo di lavoro che svolgo con loro – arrangiamento e live- mi piace molto, anche perché si tratta di ciò che ho imparato a fare in anni di studio e grazie alla pratica live. Di certo non penserei mai di sfruttare nessuna band, e certo non gli Yo Yo Mundi, per rendermi la vita più facile; ho inoltre appreso lavorando sul campo che non vi è una via facile, ma la via della spontaneità, della preparazione e dell’impegno…e, perché no, un po’ di magia e un pizzico di fortuna.
Dagli Yo Yo Mundi a “Lionheart”: che cosa è avvenuto?
Lionheart e Gli Yo Yo Mundi non hanno un filo conduttore o un particolare legame. Si tratta di due parti della mia attività lavorativa; entrambe svolte con piacere e impegno. Le basi di Lionheart sono state gettate molto tempo fa, quando ho iniziato a scrivere musica, e certamente già era un piccolo embrione quando uscì il mio primo ep Ready To Go.
Chiara Giacobbe e i social: come la vivi questa nuova vita mediatica della musica?
La vivo con gioia ogni volta che attraverso i social posso comunicare con chi viene ad ascoltarci ai concerti o compra i nostri dischi o vuole stringere un rapporto d’amicizia con me e con i ragazzi che suonano con me. Il lato davvero positivo è poter connettersi con chi sta anche molto lontano, molto utile e piacevole per chi fa il mio mestiere.
Ed una come te che ai suoni tiene particolarmente (il violino soprattutto) come reagisce a questa mediocrità negli ascolti che si ha attorno? Insomma ascoltare la tua musica sui tablet non è il massimo penso…
Difficile risponderti; io amo ascoltare “bene” la musica e adoro mettere su un bel vinile e lasciarmi cullare dal canto della puntina ma capisco che i tempi corrono e non mi sento di condannare il progresso. Bisognerebbe ricordare sempre di ascoltare buona musica nella maniera più analogica possibile, e accontentarsi dei supporti più freddi e moderni quando è necessario. Detto fra noi,vorrei avere un giradischi anche in auto!!
Hai mai pensato di contaminare di elettronica sfacciata e psichedelica il suono e la scrittura del tuo violino?
Si! L’ho pensato! Ho pensato a tante forme di contaminazione e ne ho messe in atto parecchie negli anni. Tendo ad annoiarmi e dunque ritengo che mischiare, sporcare, colorare e contaminare sia un ottimo modo per tenere alta la mia attenzione e ispirazione.