IL RITORNO DELLA ITALO DISCO?
Genere più amato all’estero che in patria (in pochi sanno che la hit Blue Monday dei New Order è una rielaborazione del brano dance underground Dirty Talk, pubblicato nel 1982 dal gruppo Klein & M.B.O per l’ambiente dei club milanesi) la Italo Disco sta vivendo un momentaneo revival all’interno della scena elettronica indipendente anche italiana.
L’artista Javarnanda è infatti italianissimo erede dei suoni prodotti dai nostri connazionali negli anni Ottanta, senza però rinunciare alla modernità delle influenze glitch e dall’eredita di certo krautrock, il tutto espresso in quest’album dall’azzeccatissimo titolo, vero e proprio ritorno di fiamma per i suoni dell’elettronica italiana del tempo che fu, tanto influente all’estero quanto snobbata e derisa in patria.
Se i notevoli Night Drift, Pitagora e Zep Tepi sono brani perfettamente ballabili e degni delle migliori produzioni dance del trio Ninzatti-Pulga-Bonsanto (più noti nei primi anni Ottanta con i moniker Kano e Pink Project), i brani Flood, Faith e Ararat risultano invece più eterei e di ascolto meno immediato, come versioni maggiormente ritmate di alcuni brani dei Tangerine Dream.
E’ consigliabile ascoltare l’album dall’inizio alla fine per immergersi nel viaggio sonoro proposto dall’artista, apprezzando così una proposta musicale forse bizzarra ma affascinante per gli amanti dell’elettronica retrò.
Simone Spitoni