PIUMA MAKES NOISE – “Piuma Makes Noise”
Produzione: Dirty Box Records
Il quartetto romano dei Piuma Makes Noise esordisce con un album eclettico ed ambizioso, dal respiro internazionale. Il lavoro, che prende il nome della band medesima, spazia infatti tra numerosi generi musicali, alcuni molto vicini ed interscambiabili come il trip hop, il rap, la dubstep e l’elettronica; a questi vanno poi a unirsi e a miscelarsi, senza forzature, sonorità più distanti legate ai mondi dell’indie rock e del post rock, toccando persino il jazz in qualche occasione (memorabile il sax nella seconda parte di “Bamboo bud”). Il long playing risulta un ottovolante di suoni e ritmiche incalzanti, in cui tutto scorre veloce: i sintetizzatori e le tastiere lavorano incessantemente, la batteria non smette un secondo di battere, la chitarra alterna riff e distorsioni quasi fosse un synth, e la voce pulita di Denise srotola con rapidità versi graffianti. Non solo energia e movimento, ma anche attimi di maggiore intimità sonora e vocale. È il caso della sezione centrale del progetto, delle due ballate che si susseguono (traccia 5 e 6); “Hinara”, primo singolo che ha anticipato il disco, è una classica rock ballad, dove arpeggi elettrici e il crescendo del ritornello si intrecciano alle liriche taglienti, che denunciano l’industria bellica attraverso un accurato elenco di armi. Più privata è invece “Lullaby”, lenta ballata che sfocia in un dream pop sereno e cullante. È tempo di risalire sul rollercoaster a suon di rap, dub e trip hop, eccezion fatta solo per “Mirrors”, pezzo meno ritmato e dal sound ovattato con un intro dalle tinte country, quasi provenisse da una vecchia radio americana. Dieci brani e due remix per un’infinità di suoni, di sfumature e di generi. La band romana fa all-in al primo tentativo, mette tutto ciò che ha sul piatto. E vince. Anche una piuma fa rumore.
Giuseppe Zibella
Giocare d’azzardo e non bluffare mai.