NON E’ UN PAESE PER ROCKER
incontro con gli ACID MUFFIN alla scoperta di “Bloop”
A pochi giorni dall’Hard’n’Hades Metal Fest di Napoli che vedrà fra i protagonisti gli Acid Muffin, mi sono trovato con loro ad un tavolo di un locale a Roma in zona Ostiense a parlare di Rock.
Niente digressioni, sottoinsiemi, nuove versioni del genere, solo Rock, che in questo Paese si ritaglia solo alcune fette di palco.
Tornando agli Acid e al loro disco, “Non è un concept album” tengono a precisare “Bloop è il nome di un suono captato nelle profondità marine a metà degli anni novanta, una bassa frequenza scovata per caso, che sembra fosse un dialogo fra cetacei, ancora incomprensibile. Bloop è qualcosa di viscerale, qualcosa che mancava. Volevamo scrivere la musica che cercavamo.”
Questa è la più sincera espressione di “Bloop”, che parte da un concetto di base, l’acqua, intesa come profondità, abisso, una metafora dei sentimenti e delle sensazioni di tutti i giorni, interpretate magistralmente dal trio composto da Marco Pasqualucci, Gabriel Alvarez, Andrea Latini.
Ci siamo trovati a parlare dei “bei tempi”, prima dell’era digitale, alla quale ci stiamo adattando, senza accezioni assolutamente negative o assolutamente positive, ma facciamo i conti con questa nuova realtà.
Questo accade anche nella musica, ma gli Acid Muffin in questo lavoro hanno fatto un passo indietro, a favore della qualità.
“Questo disco è stato registrato interamente in analogico. Oggi con i plug in o altri elementi digitali spesso si ascoltano brani che sembrano un po’ di plastica. Abbiamo impiegato molto tempo ma pensiamo che ne sia valsa la pena. Tecnicamente parlando, le onde quadre ci stanno strette.”
Un lavoro “a servizio della canzone; ogni volta il banco si azzerava e si ricominciavano a fare i suoni, mantenendo un’omogeneità totale malgrado le particolarità delle singole canzoni. Questo soprattutto grazie al nostro fonico, Fabrizio Frezza, il quarto elemento del gruppo”
C’è però un quinto elemento, parafrasando un film cult, che ha reso Bloop a mio giudizio un album interessante: è la grafica.
Non si giudica un disco dalla copertina di solito, in questo caso l’immagine sposa perfettamente il suono. “Abbiamo contattato Michel Chabaneau, un nostro amico che lavora ad Amsterdam, gli abbiamo detto cosa volevamo e l’abbiamo lasciato libero di creare. Un amante dell’arte, un bravo disegnatore.”
Alla fine di questo lungo percorso, credo che Bloop sia certamente un album rock.
Non c’è bisogno di aggiungere altro, è semplicità e tradizione a servizio del suono.
Gli Acid Muffin ricordano consapevolmente i suoni dei grandi artisti che hanno fatto la storia dei palcoscenici internazionali. Aggiungono però i loro ingredienti personali che li distinguono e li rendono, a mio giudizio, una delle realtà rock più interessanti del nostro Paese, sebbene non sia un Paese per rocker.
E si sente.
Vincenzo Gentile