Sembra la scena di uno di quei film italiani, di quelli che raccontano il bello e il brutto del nostro stivale, e che per farlo, decidono di partire dal tanto discusso sud. Il sud Italia, tanti ce l’hanno in bocca, lo commentano, lo esaltano e lo demoliscono, ma chi davvero lo sa raccontare? Chi lo sa rendere veramente poesia, e magari poesia al servizio della musica?
Cesare Basile è uno di quegli artisti che possono dire di esserlo veramente stati in toto: tantissime le esperienze, gli approcci a differenti stili musicali, a differenti stili di vita, diviso tra la sua Sicilia, l’Italia intera e l’europa.
Questo disco è figlio di tutto questo, un misto di tradizioni, un disco che sembra avere in sé quel tocco di mistico, di woodoo, di magia nera e di tradizione giullaresca medievale. Esatto, siamo di fronte ad una sorta di menestrello dei giorni nostri. Cominciare ad ascoltare questo album coincide con l’inizio di un piccolo viaggio che porta l’ascoltatore nei meandri delle vie calde e spettrali dell’estate siciliana, tra vicoli di aria rarefatta e bonaccia d’agosto, con le cicale che cantano il loro amore e gli ulivi che frusciano lenti e maestosi, a ricordarci l’eternità del tempo che passa e ci lascia indietro. Cesare Basile è la voce che ci racconta questo viaggio, con i toni caldi e meticolosi della migliore narrativa, accompagnato da una musica antica, solenne, fatta di suoni che oramai ci sembrano dimenticati, in un misto tra la tradizione cantautoriale italiana e le soavi melodie arabe. Le storie di Basile sono fatte di ombre, personaggi che appaiono, si raccontano tramite la voce del cantautore, e poi scompaiono di nuovo lasciando spazio alle nostre riflessioni, ma sono fatte anche di scorci, affreschi e profumi che ci giungono al naso solo ascoltando questo “U fujutu si nesci chi fa ?” come nella più riuscita sinestesia.
E’ un lavoro difficile, sicuramente non un disco da mettere in macchina alla volta di un lungo viaggio reale, perché è esso stesso movimento e romanzo, racconto e profezia. Potrebbe essere la colonna sonora perfetta ed irreale di una passeggiata siciliana, e magari, chissà, potremmo incontrare proprio Cesare Basile che, col sorriso ironico di chi ne sa qualcosa, ci racconta in musica tutte queste sue storie d’amore e di vita.
È uscito il 24 febbraio 2017 questo album, ed è la perfetta possibilità per tutti noi viventi della rete e del web di staccarci per un po’ dalla frenesia del mondo che non riposa mai, ed assecondare le sensazioni che ci regala questo disco, lasciandoci assuefare senza la minima opposizione.
Francesco Pepe