Contro le ansie personali e quel tanto che basta per vomitarsi addosso negatività, ci pensa la giovanissima voce originaria di Brindisi che in arte conosciamo come ALEA. Alessandra Zuccaro, questo il suo vero nome, fa la sua comparsa sulla scena discografica italiana con un bellissimo lavoro di gusto e di qualità dal titolo “Spleenless” che abbraccia a pieno il soul americano e un’anima blues di antiche radici. E quindi i rimandi ai nostri riferimenti nostrani più “famosi” sono a dir poco automatici da subito, fin dalle prime note di “Never better”, brano con cui ci viene dato il benvenuto in questa track list di 8 inediti e una cover – che ovviamente resta in linea con il tutto essendo “Miss Celie’s Blues di Quincy Jones. In rete troviamo un video del brano “Dentro me” che però risale al settembre 2013…lo stesso brano che oggi in questo disco possiamo riascoltare in linea con tutta la produzione di stile firmata da Pasquale Carrieri. E spulciando in rete si sono accostati ad Alea tanti nomi famosi e riferimenti artistici di livello…ma senza peccare di ingenuità e presunzione e sottolineando sempre le dovute distanze direi che mai altrove come proprio in questo brano, alcune modulazione di voce mi riportano al pop attuale di Mina. Che poi abbiamo sempre paura a fare certi accostamenti come se certi traguardi debbano restare intoccabili…forse è anche per questa malsana abitudine di moda e di ipocrisia mediatica che non abbiamo occhi e orecchie buone per accorgerci di quante altre Mina ci sono a piede libero in questo mondo…
Subito leviamoci questa curiosità: perché cercare il vintage nella produzione? Senti di esserci riuscita?
Ho ricercato alcuni suoni vintage in molti brani, ma non è un disco vintage. Anzi spero risulti un disco attuale nonostante l’assenza di un beat elettronico in loop, soprattutto per i temi che tratto ed il messaggio che vorrei far passare.
Di certo non è più attuale il modo in cui “spleenless” è stato registrato, avendo preferito la registrazione live in direct , ma per me è stato molto piu divertente .
Un disco soul…decisamente americano nello spirito. Mancava davvero un coro gospel e tanti altri particolari sfacciati. Ma in tutto quest’anima blues e soul, da dove esce fuori un brano delicato, intimo e decisamente italiano come “Amore cercato”?
Registrare un disco con un intero coro Gospel ed una grande orchestra è di sicuro uno dei miei sogni nel cassetto, mi è capitato di fare dei concerti con un coro Gospel, ma un disco sarebbe meraviglioso.
Nel mio personale viaggio musicale mi sento spesso come Ulisse attratto dalle sirene chiamate, nel mio caso, blues e soul. A differenza della storia epica, l’isola delle sirene è stupenda ed io mi sento una parte di essa. È per me necessario ascoltarne il richiamo ma so che un’altra parte di me è legata alle mie radici, e da qui nasce “Amore cercato”, poesia di Francesco Distante, amico e poeta della mia città, che io e mio padre abbiamo ampliato e messo in musica. Ciliegina sulla torta è la fisarmonica di Vince Abbracciante, orgoglio del nostro territorio.
Beh adesso devi dirci anche perché Quincy Jones!!!!
Una notte , guardando in TV il film “the colour purple” nella stanza risuonò questa canzone che sembrava tanto un messaggio proveniente direttamente dall’altro, solo per me. Le parole di questa canzone mi hanno ridato una forza che non credevo di avere e soprattutto sono state la spinta per andare avanti e riprendere in mano la mia vita dal punto in cui l’avevo lasciata.” Così Ho deciso di reinterpretare questa canzone di Quincy Jones nel modo più sentito ed umile, quasi come se fosse una sorta di ringraziamento.
9 Tracce, non saranno mai abbastanza per fotografare il momento in cui una carriera artistica si trova. Secondo me non basteranno cento dischi per darne un’immagine precisa. Ma dovendo scegliere, che cosa davvero manca a questo lavoro per raccontare a pieno ALEA e le sue tante contaminazioni?
Come primo lavoro interamente autoprodotto ho cercato di mettere tutta me stessa. Di sicuro mi sarebbe piaciuto inserire molti altri brani che per ora conservo nel cassetto , pronti per essere tirati fuori al prossimo album. Per ora “spleenless” descrive me ma nello stesso tempo ho provato e descrivere il tempo che viviamo e come lo vedo io. Per il resto ho lasciato molto ad intendere, preferisco essere scoperta piano piano, cosa che puó avvenire anche durante i miei live o continuando ad ascoltare le mie produzioni musicali.
E allora prendendo spunto dalla tua presskit: hai sconfitto la malinconia? Ma è stata una guerra più musicale o più testuale?
A proposito di “scoprirsi piano piano” , nel titolo del mio album c’è più di un senso che si puó dedurre andandosi a cercare l’origine del concetto di Spleen ancor prima di quello di Baudelaire e nel contempo ascoltando i miei brani ed i testi ivi contenuti.
Ad ogni modo il mio modo per sfuggire alla malinconia è fare musica, scrivere canzoni e cantare queste emozioni ed è solo quello in momento in cui io forse riesco a vincerla, sia con le parole che con la sola musica. Di sicuro il grande contributo dato dal mio arrangiatore Pasquale Carrieri e tutti i fantastici musicisti che mi hanno accompagnata in questo disco, è stato findamentale.
Senti chiuderei chiedendoti della copertina perché mi ha davvero incuriosito: la piantana moderna, le sedie scomodissime di una sala d’aspetto…”GENTE”…era un settimanale vero? Di che anno? Insomma…c’è tutto “Spleenless” in quest’immagine…
Sono molto affezionata a questo scatto di Dalila De Tommaso che peró non è stato realizzato appositamente per la copertina dell’album. Tra le altre foto del servizio, dopo una riflessione condivisa, ci è sembrato quello che meglio interpreta il mood e lo spirito di “Spleenless” : l’unione di passato e presente, alla ricerca di ció che siamo.