– di Michela Moramarco –
“FARO” è il titolo dell’EP di debutto dei 1789, composto da sette tracce che segnano il passaggio del progetto dall’inglese all’italiano. Le sonorità di questo EP-esperimento sono colme di sintetizzatori, che creano atmosfere radianti e un po’ vintage. L’approccio dei 1789 tende qui alla creazione di una musica viscerale, che possa strizzare l’occhio ad un immaginario emo ma, perché no, anche post-punk. Dall’ariosità dei suoni e dalla determinazione delle ritmiche scandite dai pattern di batteria, si percepisce un’istintività compositiva, quasi catartica, sicuramente efficace dal punto di vista espressivo.
L’EP si apre con il brano “LOOT” dalla progressione di accordi dai toni epici e che va incontro alla seconda traccia, “ALDERAAN” la quale vede la partecipazione di Roberta Sammarelli (Verdena) al basso. Nella distorsione di suoni e di visioni, l’intento romantico nel senso letterario del termine appare quasi chiaro: una tensione rivolta non si sa precisamente verso chi o cosa, eppure sostanzialmente vitale.
L’EP prosegue con ulteriori tracce molto cariche e colorate da sfumature forse legate alla cinematografia anni Ottanta, post-adolescenziale, a determinare un risultato che trae molto dal passato ma che si rivolge inevitabilmente al futuro. Con sonorità che nell’approccio potrebbero strizzare l’occhio a Fast Animals And Slow Kids o anche ai già citati Verdena, i 1789 si definiscono in modo molto promettente.
In un mondo musicale che cerca esclusivamente la radiofonia, i 1789 propongono brani che toccano le corde profonde dell’emozionalità, facendo vibrare storie vissute di giorni lacerati e forse mai passati.