E non parliamo di una canzone politica e non parliamo di uno schieramento sociale, diciamo subito visto che ho scelto un titolo forte. Parliamo invece di una canzone che dà il commiato, che – come ci diranno loro – somiglia più al bicchiere della staffa dopo una serata tra veri amici… è un saluto, un congedo, un arrivederci ad un grande personaggio della loro vita che ha incarnato e reso vivi, forti, morali e modi di vivere che oggi sembrano sbriciolarsi, sciolti nel degrado sociale che sta galoppando verso il futuro. La Tresca, compagni partigiani della cultura popolare folk italiana, pubblicano un nuovo singolo dal titolo “Vento di protesta”, canzone di quel “kombat folk” gentile e mai arrogante, anzi foriero di belle sensazioni pulite, di leggere melodie e liriche quotidiane. Il termine “kombat” lo uso per sottolineare che tra le righe, come quasi sempre ha saputo fare La Tresca, c’è una forte critica allo stato sociale di tutti noi. Così in questo singolo, per quanto sia una celebrazione ad un loro grande amico di vita, è pur sempre della vita stessa che riescono a parlarci, celebrando un confronto tra quel che siamo e quello che sono stati per loro modelli alti e alti esempi di esistenza. Appunto compagni partigiani mi piacerà sempre definirli. Sulla scia dei fratelli maggiori Modena City Ramblers e Bandabardò, intercettiamo La Tresca di ritorno da belle date all’estero perché si sa, Nemo propheta in patria!!!
Un nuovo video per La Tresca: una lunga carriera e una “lunga protesta”… come vi sentite?
Presentare qualcosa di nuovo per noi è sempre come una “prima volta”, infatti dopo quasi vent’anni insieme riscopriamo ogni volta l’entusiasmo e la voglia di emozionarci ad ogni nuova “creatura”. In questo caso abbiamo pubblicato un nuovo brano con un bel video girato insieme a Simone Gentili di Sps Perugia (amici da tempo) quindi è tutto più eccitante… Più che una protesta diventa una festa.
Parliamo di protesta sociale, visto il vostro continuo impegno anche solo dal punto di vista estetico della musica che presentate. Ma oggi, secondo voi, andare in piazza ha ancora quel significato “sociale” di un tempo?
Si, anche se dopo il grande sviluppo dei social network ormai la piazza non è più un luogo geografico, ma virtuale. E proprio per questo suo essere disponibile in ogni momento e in ogni luogo che spesso viene abusata e sminuita nel suo valore, generando inutili polemiche su argomenti di scarso significato sociale. Per questo la piazza rimane il luogo e il modo migliore di aggregazione, condivisione e volendo anche di protesta.
E restando sul tema: fare musica oggi, nell’era del digitale e del pop assai superficiale… che senso date ai vostri suoni fortemente ancorati ad un certo passato “analogico”?
Nonostante la tecnologia continui a sfornare tentazioni sempre più allettanti noi restiamo sempre ben radicati a quel passato di cui siamo figli, fatto di incontri, fusioni ed esperienze da condividere fisicamente. I suoni della tradizione e degli strumenti acustici sono il suono delle nostre radici per questo non possiamo farne a meno.
La Tresca ha subito un bel cambio di squadra da poco se non erro, vero?
Abbiamo un componente anche in meno, il nostro Fabrizio in questo momento ha ben altro a cui pensare (impegni personali) per cui non ci accompagna con la sua fisarmonica. Ma ci segue a distanza e ci sentiamo spesso.
Estero o terra di casa nostra? Dove vive meglio oggi la vostra musica?
Nessuno è profeta in patria, è vero, e noi non facciamo certo eccezione. Abbiamo fatto memorabili concerti all’estero con migliaia di spettatori, ma anche in Italia ci sono ancora bellissime realtà. Anzi, bisogna fare in modo che i festival e le feste in generale siano più agevolate soprattutto negli oneri e le burocrazie, in modo che gli italiani possano divertirsi senza troppi problemi.
“Vento di protesta” è una preghiera laica, secondo me. Un preghiera alla vita, pensando a quella che si consuma attorno o quella che ha fatto da esempio… una preghiera laica per il futuro… che ne dite?
Più che una preghiera laica “Vento di protesta” è per noi il ritratto di un amico da condividere con chi lo conosceva e soprattutto con chi non lo conosceva, è porre l’accento sulle qualità di un uomo che per certi versi è paradigma di un mondo antico e autentico, sempre più lontano rispetto alla direzione che il mondo ha preso oggi, ma fonte d’ispirazione imprescindibile per noi, sia dal punto di vista umano che artistico, è il “bicchiere della staffa” dopo una serata in allegria, è il congedo dagli amici di sempre che ti lascia addosso la sensazione che prima o poi ci si rincontrerà, non si sa dove, non si sa quando, e sarà come se non fosse passata nemmeno un’ora.