Sei tutto l’indie di cui ho bisogno è la community di indipendenti che venerdì 27 ottobre festeggia al Monk di Roma i propri dieci anni di attività, come vi avevamo accennato qui.
Vogliamo cogliere l’occasione per chiederci cosa vuole (ancora) dire indie? Come se ne può parlare nel 2023?
Si può dire ormai che l’indie sia inquadrabile come fenomeno che sta passando alla storia, il cui racconto coinvolge le coscienze di giovani e meno giovani ascoltatori. Si tratta di un racconto sfaccettato, per cui l’indie è inquadrabile solo a posteriori come un movimento.
Questo fenomeno musicale, che ha attraversato appunto un decennio, è indubbiamente una rivoluzione, seppur mancata, della musica pop italiana: attinge al grande cantautorato ma senza rinunciare a sfumature d’oltreoceano. L’ indie si pone anche come un fenomeno della massa per la massa, ma rimane un concetto arduo da spiegare. Noi qui ci proviamo lo stesso, mediante alcune tappe fondamentali.
Spotify in Italia (febbraio 2013)
Piano piano Spotify cambierà le regole della produzione, del marketing e della fruizione della musica indipendente con una offerta sterminata, sostituendosi a YouTube come piattaforma principale per scoprire musica. La musica diventa più liquida e le playlist sostituiscono gli album come principale riferimento di ascolto, gli algoritmi guidano le scelte di produzione.
Esce “Glamour” de I Cani (ottobre 2013)
Dopo “Il sorprendente album d’esordio de I Cani” “Glamour” consolida il culto della band di Niccolò Contessa creando una fortunata associazione tra nuova scena musicale “indipendente” e mondo nerd basata sul culto e sull’hype.
Il periodo d’oro di Garrincha Dischi (2013-14)
Matteo Romagnoli di Garrincha Dischi fu il primo capire che un’etichetta discografica che nasce dal basso doveva attingere da progetti che meglio sapessero costruirsi una fan-base sfruttando le potenzialità dei social (Lo Stato Sociale, L’Orso, L’Officina della Camomilla, La Rappresentante di Lista) e convertire il tutto in una community “reale” tra artisti e fan come una grande famiglia.
Esce “Die” di Iosonouncane (marzo 2015)
Con “Die” di Iosonouncane la musica indipendente riscopre la sperimentazione anche nel cantautorato ricollegandosi a quel discorso lasciato in sospeso in tempi non ancora maturi da Battisti negli anni ’70 con “Anima latina”. L’ultimo album di Calcutta, Relax, è la dimostrazione che quel passaggio fu fondamentale.
Nasce il fenomeno Calcutta (da settembre 2015)
Il videoclip di “Cosa mi manchi a fare” di Francesco Lettieri rompe gli schemi spiazzando tutto il mondo della musica indipendente che si ritrova da “nicchia incompiuta” a “moda” di portata nazionale. Per il pubblico medio l’indie non è un approccio come lo è sempre stato ma diventa un vero e proprio genere dalle svariate sfaccettature musicali. Un progetto che lancerà Bomba Dischi, prima etichetta di derivazione indipendente a creare sinergie con le major.
Diesagiowave (2016)
Pur essendo stata una parentesi il gruppo Facebook “Diesagiowave” ha contribuito a costruire una community più contemporanea ed eterogenea rispetto a quella legata allo Stato Sociale e Garrincha Dischi, più influente e capace di contribuire a suon di meme e raduni al lancio della “scena romana” e di etichette come Bomba Dischi, applicando un nuovo codice nei rapporti tra artisti e fan.
La collaborazione tra Car Brave e Franco 126 (2016)
Per la prima volta si incontrano alla perfezione spirito cantautorale di derivazione folk e attitudine urban che mette improvvisamente d’accordo amanti dell’indie e dell’hip hop. Ci saranno tante imitazioni e questo dice tutto.
Esce “Uomo Donna” di Andrea Laszlo De Simone (2017)
L’inatteso, lento, piccolo ma significativo successo dell’artista piemontese che curiosamente non avviene all’esordio e si espande fino all’Europa e in particolare alla Francia in dimostra che c’è ancora spazio per progetti che non seguono algoritmi e mode. Sulla stessa scia Giovanni Truppi con una carriera più costante, Lucio Corsi e, ultima arrivata, Daniela Pes.
Nasce Asian Fake (2017)
La label milanese con un background rap ma che fonde “urban” e “alternative” riuscirà a rivoluzionare la comunicazione visiva della musica con un approccio avanguardistico multi-culturale lanciano artisti come Coma_Cose, Venerus, Sxwwxrland e Ginevra.
Lo Stato Sociale arriva secondo a Sanremo (2018)
Con l’inaspettato successo di “Una vita in vacanza” de Lo Stato Sociale anche la kermesse sanremese capace di “spostare gli equilibri” di carriere discografiche si accorge della musica di derivazione indipendente. Lo Stato Sociale, pur non riuscendo a capitalizzare nel lungo periodo questo successo diventa antesignano di una nuova tendenza grazie alla quale artisti con anni di gavetta raccolgono i frutti della loro gavetta: Colapesce, Dimartino, Pinguini Tattici Nucleari, La Rappresentante di Lista, ComaCose, ecc.
I Thegiornalisti si sciolgono (2019)
Con la fuoriuscita e conseguente scioglimento dei Thegiornalisti, una determinata scena fino a quel momento bollata come indie si “toglie la maschera” palesando la propria sete di “show business”.
Vasco Brondi mette fine a Le Luci della Centrale Elettrica (2019)
La fine del progetto Le Luci Della Centrale Elettrica rappresenta la fine dell’indie di inizio anni Duemila e dei testi generazionali a metà tra rabbia e nichilismo. Un genere che non riesce a sopravvive alla nuova epoca dei social e di Spotify in cui la comunicazione visiva finisce per contare più delle parole. Un approccio “lento” alla musica travolto dalla velocità dell’iperconnessione.
La Pandemia (2020)
La pandemia da Covid-19 segna un “reset” per quanto riguarda tutta la musica dal vivo ma di cui il mondo indipendente e alternativo risente maggiormente con la chiusura di molti live club che offrivano spettacoli a media capienza.
Nascono i Thru Collected (2020)
Con il videoclip di “Dronememorie” degli Specchiopaura irrompe dalla scena undeground napoletano un gruppo di giovanissimi cantanti, musicisti, producer, videomaker, grafici, artisti visual, promoter di sé stessi: si va verso una concezione più “liquida” del concetto di “band” che lascia spazio al “collettivo” radicato in un preciso contesto geografico e multidisciplinare. Una evoluzione in chiave futuristica di ciò che si era visto a Roma con la Lovegang126 poi in Toscana con i Bnkr44.
L’indie è ormai una parola capace di raccogliere svariate storie, un termine che negli anni ha unito innumerevoli coscienze conducendole ad un’identità collettiva. Non sappiamo cosa sarà di questo fenomeno, ma ci auguriamo che le realtà associate a questo termine possano sempre trovare la propositività e il pubblico per sapersi reinventare.