Ecco il duo formato da Biagio Di Gesaro e Alessandra Macellaro La Franca, ecco i Vorianova che tornano con un disco come “Tempi Scueti” che in siciliano significa appunto tempi moderni. Volute di elettronica che strizza forte l’occhio al glam anni ’90 e quel piglio “moderno” per rivedere e rielaborare il concetto di pop. Il dialetto, gli antichi mestiere, personaggi e allegorie di un mondo che non c’è più ma che rivive nel segno di un suono solido e strutturato da macchine e soluzioni digitali del futuro che è già presente. Il pop regna sovrano e quindi non dobbiamo attenderci chissà quali trasgressioni alla forma.
Il dialetto nel suono del futuro. Ha senso chiedervi se la lingua ha attinto da abitudini antiche o il suono da abitudini moderne? O in che altro modo avete mescolato questi due ingredienti?
Dialetto e suono moderno sono per noi espressioni di una stessa identità. Non sono per nulla opposti, ma sono strumenti complementari per preservare la cultura e dialogare con le nuove generazioni. La lingua che utilizziamo è una lingua estremamente arcaica ma nello stesso viva, è una lingua che si nutre di modernità, che sopravvive ancora, nonostante tutto, ai tempi moderni. “Tempi scueti” è un disco di commistioni e di scenari futuri, il passato dialoga con il presente in modo sperimentale. Assieme a Leonardo Bruno, music producer di questo nuovo album, abbiamo assemblato sonorità disparate, elettronica e rock, indie e canzone d’autore, raga muffin e hip hop, intrecciando il suono antico degli archi con ritmiche serrate e articolate. Un contrasto che, lungi dall’essere stonato, ha generato una sinergia inaspettata. La voce, con le sue antiche assonanze dialettali, è diventata il fulcro attorno al quale si sono articolate le nostre sperimentazioni. E’ un omaggio alle radici, ma anche un invito a guardare oltre, a esplorare nuovi territori sonori, nuovi orizzonti linguistici. Possiamo dire che il dialetto è il suono del futuro!
Sono tempi strani quelli di oggi… con il suono moderno in qualche modo cercate una via di contatto con il futuro? Come a non voler restarne fuori?
Da sempre proviamo a muoverci verso il futuro, facendo della tradizione le fondamenta sulle quali costruire mattone dopo mattone una nuova idea di musica dialettale. Nei giorni odierni assistiamo ad un interesse crescente, da parte del pubblico dei giovani, verso canzoni che mescolano dialetto con sonorità moderne. Il dialetto riflette il desiderio di riconnettersi con le proprie radici culturali e i suoni moderni, digitali, sono lo strumento per potersi riconoscere attuali in esse. “Tempi scueti” vuole proprio cercare una via di contatto con il pubblico giovane, tramandando al contempo il patrimonio linguistico della nostra terra, affinchè non venga dimenticato.
Eppure la Sicilia è una di quelle terre che sembra votata alla conservazione del passato. Cosa ne pensate?
La Sicilia per sua natura è una terra ricchissima di passato, tradizioni, contaminazioni. Non puoi scavare una buca che ti ritrovi improvvisamente nel bel mezzo di un impianto termale di epoca punica; conservare il passato vuol dire riconoscersi oggi in questa miriade di popoli che hanno abitato la Sicilia nei secoli passati. Queste civiltà, oggi apparentemente lontane, sono entrate dentro il nostro dna, con le loro tradizioni, usi e costumi. Passato, presente e futuro sono, per noi siciliani, facce di una stessa identità. E dunque pensiamo che anche la musica siciliana debba riflettere questa posizione; non è solo vestendosi di antichità che la nostra musica può essere riconosciuta come autentica.
Che poi anche voi nel disco date molto spazio alla conservazione e alla celebrazione del passato… questo disco fa memoria? La preserva?
Assolutamente sì. Sentiamo il bisogno di preservare la memoria affinchè ci sia un impegno costante nel costruire ponti di conoscenza con le nuove generazioni. Nel nostro nuovo lavoro discografico trovano spazio non solo la celebrazione di antichi mestieri simbolo ancora oggi di resilienza umana, ma anche storie di uomini, donne e bambini del nostro passato più vicino. Abbiamo raccontato di Felicia Impastato, mamma di Peppino, donna icona della lotta alla mafia, abbiamo raccontato di Samir, bambino siriano che dorme per sfuggire alla paura delle bombe, e abbiamo raccontato di Sabrina Masiero, astrofisica e ricercatrice INAF, con il suo lavoro visionario, assai seminale per le nuove generazioni e per il futuro di tutti. Preservare la memoria vuole dire coltivare la nostra identità impegnandosi per riflettere sulla vita, sul cambiamento e sulla dimensione sociale dell’uomo.
E dunque per i Vorianova il futuro che cos’è? Un colore scuro di cattivi presagi per l’uomo o una finestra spalancata sulle nuove opportunità?
Il futuro non dovrebbe mai avere un colore scuro. Tuttavia il presente ci sta parlando di un uomo intrappolato in un’epoca di profondi cambiamenti e incertezza. Un uomo che però è sempre stato spinto dalla sete di conoscenza, dalla voglia di scoperta, dalla ricerca interiore e dalla necessità di cambiamento e rigenerazione culturale. E allora il futuro è “Resistere”. E’ questo l’impulso che deve muovere l’individuo verso una direzione giusta e significativa nella vita. “Tempi Scueti” non è un viaggio nella memoria nostalgica, ma un messaggio di speranza e rivoluzione. È un atto d’amore per i territori abbandonati e una dedica a chi lotta contro le ingiustizie. Attraverso le nostre canzoni puntiamo ad ispirare le nuove generazioni a riconoscere la ricchezza della diversità e a costruire un futuro senza barriere.