Aria polverosa, cavigliere tintinnanti, ritmi tribali e rossi scenari sabbiosi: questo è il Nuevo Mundo di Leo Folgori, già anticipato dai due singoli “La scimmia” e “A bailar” nel maggio e nel giugno 2017. Per realizzarlo 3 anni di lavoro, che hanno definito l’album musicalmente e concettualmente: che si tratti di una cavillosa protesta contro l’umanità del giorno d’oggi, controllata e assorbita da un’iperconnessione artificiale sempre più imponente , non è certo una mistero. Il contrasto uomo-natura non ci sorprende poi così tanto, ma Leo Folgori rilancia il tema dal 2017 con un approccio innovativo. Il suo “Grido”, terzo pezzo della tracklist, è una melodia tribale e rilassata, scandita da ritmi ipnotici e movimentati che si rincorrono serratamente. Le influenze che muovono Folgori in questo lavoro sono varie e si sentono tutte: dal cantautorato italiano ai canti popolari, dal grande folk-rock fino alle melodie di Ennio Morricone. Il risultato è sorprendente: un unicum discografico innovativo, in cui per la prima volta l’uomo sembra farsi beffe delle sue stesse paure esistenziali a ritmo di sonorità primordiali e magiche.
Eleonora Pepe