– di Giuseppe L’Erario –
Marco Mattei è un polistrumentista e compositore di fama internazionale che ha deciso di regalarci il suo ottimo debutto discografico del titolo “Out of Control”, un disco che vanta la presenza di alcuni tra i musicisti più validi nell’ambito della musica jazz, progressive, fusion e pop.
Il disco si apre immediatamente con l’impronta di uno più rinomati bassisti al mondo, il grandissimo Tony Levin, che come al solito delinea, attraverso le sue linee di basso eteree e sensazionali, favolose atmosfere sonore che arricchiscono la prima traccia “Would I Be Me”, in cui troviamo anche il tocco ai tamburi di Jerry Marotta. Entrambi i musicisti sono stati turnisti della band di Peter Gabriel, al cui il timbro vocale si avvicina molto – e non a caso – quello di Mattei. In particolare, riecheggia all’interno della traccia un clima esotico coadiuvato da strumenti di origine indiana come il sitar suonato qui da Marco Planells, e altri di origine mediterranea come il mandolino di Dave Bond.
Bisogna aspettare però la seconda traccia per godere dell’ingresso di tutta la “super band”.
“Picture In a Frame” è la seconda “impronta” lasciata su “Out of Control” caratterizzata dallo zampino del solito Levin e di Mastelotto, che sostituisce Marotta alla batteria. Anche in questo caso i due sono stati militanti nei King Crimson, grandissima band prog rock fondatrice del genere.
La citazione della fantastica “Frame by Frame” presente nel disco “Discipline” dell’eterna band inglese è palese sin dal titolo, ma ad avvalorare il tutto c’è soprattutto un arrangiamento degno di esclusività.
“Out of Control” si riempie anche di sonorità dolci con brani come “I’ll Be Born”, un intermezzo delicato e profondo che trasporta l’ascolto in una dimensione suggestiva e affascinante; oppure “Lullaby for You”, anch’essa molto armoniosa, ma con un tocco di ritmicità in più.
L’affluenza tecnica e virtuosistica degli ospiti onorevoli di Mattei è evidenziata poi in brani come “Anymore”, dal riff hard-rock e dalla struttura stranamente piuttosto lineare conoscendo i musicisti che hanno partecipato alla sua incisione.
Con “Tomorrow” il disco cambia scenario. Questo è un brano strumentale che ricorda molto i sapori country e le atmosfere rock descritte da gruppi come i Bon Jovi.
“Void” è invece un brano che ha un bel groove e che ricorda molto le ritmiche progressive, quelle di batteristi come Gavin Harrison dei Porcupine Tree o le armonie create dalle tastiere di Richard Barbieri; degno di nota è l’assolo eccezionale di chitarra eseguito da Max Rosati.
Infine, il disco si chiude con alcuni brani strumentali che esaltano le caratteristiche dei singoli esecutori, in particolar modo il blues “Gone” che ha come compositore un grandissimo della chitarra come Andy Timmons.
Marco Mattei per il suo album di debutto convoca alcuni tra i nomi più eccellenti della scena musicale internazionale, in particolare ben sette batteristi che hanno lasciato un segno profondo nel campo ritmico, a simboleggiare quanto la funzione percussiva sia fondamentale per la creazione di un’idea incalzante e dinamica come “Out of Control”.
Il suo primo disco è sicuramente un prodotto che fa migrare l’ascoltatore nei posti più singolari del mondo, e fa apprezzare la maestria di grandi interpreti. Senza dubbio “Out of Control” rappresenta un ottimo inizio per questo nuovo anno discografico.