– di Riccardo Magni –
#Album
GAZZELLE gioca ancora con quel titolo che aveva fatto blaterare (e non poco) una discreta fetta di critica, uscito a ottobre 2018. L’album in questione era “Punk ” e giù critiche sul fatto che uno come lui, che fa sostanzialmente pop, non poteva permettersi di profanare il sacro nome del punk. Ok, provocazione riuscita in pieno quindi e chi sa quante risate si sarà fatto Flavio Pardini (in arte Gazzelle), che in fin dei conti, aveva “solo” scelto il titolo di uno dei brani, che parlava di una ragazza dicendo “tu sapevi un po’ di punk…”, come title track del disco.
Il nuovo album arriva a meno di un anno dal precedente, e infatti contiene esattamente la stessa track-list (dalla 1 alla 9), ma ne aggiunge quattro, due delle quali sono i singoli Polynesia e Settembre. L’album si chiama “Post Punk” e grazie al cielo, non ho ancora visto o sentito alcun fan di Joy Division, Talking Heads o The Cure lamentarsene. Ma forse mi sono solo distratto io…
WILLIE PEYOTE resta fedele al suo stile e compie un altro passo in avanti nella sua maturità artistica con Iodegradabile.
34 minuti e 19 secondi per 12 tracce, con una intro e due pezzi di circa 30 secondi. Qualcosa che in quel primo minuto e 19” mi ha fatto tornare il sorriso ricordando la modalità di quel capolavoro assoluto che era Morte dei Miracoli di Frankie Hi-NRG, che purtroppo continua ad essere il parametro personale con cui misuro tutto il rap italiano, e con cui questo album in realtà c’entra poco per le atmosfere, ma nemmeno troppo per le tematiche: considerando che tra le due pubblicazioni passano ben 22 anni (oh mio Dio!), la critica sociale pungente è solo declinata in un tempo diverso.
Il solito flow scanzonato e il solito sarcasmo corrosivo per Willie Peyote, che continua a muoversi a cavallo tra rap vecchia scuola senza mai lasciarsi andare all’auto celebrazione tipica di quelle “zone”, e scena pop attuale. Così piace agli “hippoppettari” e agli indie kid, ai ventenni e ai trentenni (e anche più), e la sua trasversalità diventa il mezzo per trasmettere messaggi intelligenti e comprensibili senza troppi intellettualismi. E tutto ciò non è affatto male.