– di Michela Moramarco –
Antonello Fiamma è un chitarrista e cantautore classe 1991. La sua cifra stilistica si può inquadrare come il punto di incontro tra il fingerstyle e la ricerca melodica attraverso la scrittura dei testi dei suoi brani. L’artista vanta un’intensa esperienza di musicista dal vivo, nella dimensione in cui lui e la sua chitarra acustica avvolgono il pubblico in un’atmosfera nitida ma travolgente. Ma il percorso dell’artista comprende come si è detto tante sfaccettature, tra cui quella di cantautore. Dopo la pubblicazione dell’album “Indelebile”, Antonello Fiamma pubblica a dicembre 2021 il singolo dal titolo “Occhi”. Si tratta di un brano evocativo che racchiude una dedica profonda e assolutamente non banale. Si può affermare che il progetto del musicista e cantautore Antonello Fiamma sia del tutto peculiare. Ne abbiamo parlato con l’artista, cercando di indagare sul “segreto” della professione di chitarrista e cantautore.
Ciao Antonello, iniziamo parlando del tuo nuovo singolo, che si intitola “Occhi”, un brano etereo ma con una dedica concreta. Come è andata la scelta del titolo, così evocativo?
Dunque, “Occhi” è un brano che ho scritto l’estate scorsa, in seguito ad un incontro moto intenso con una persona. Diciamo che la scelta del titolo è abbastanza significativa. Si potrebbe pensare magari che sia una dedica agli occhi di qualcuno, invece, nel caso di questo brano si tratta dei miei occhi in cui questa persona può sempre rifugiarsi. L’immagine degli occhi diventa quindi metafora di un luogo di rifugio.
Mi spiegheresti come è nato questo brano, quindi il relativo processo creativo?
In genere compongo con la chitarra e anche questo brano è nato in questo modo. Personalmente credo poco alle cose che riescono bene anche se scritte di getto. Credo nelle cose elaborate a mente fresca e riascoltate. Questo brano nasce da un’idea sorta in modo abbastanza immediato, però ha richiesto un processo di un paio di settimane. Sono uno a cui piace cercare in modo minuzioso melodie, arrangiamenti, accordi eccetera. Mi ritengo più musicista che cantautore. Il mio è un percorso più consistente come chitarrista e quindi non ho l’immediatezza che avrei in senso strettamente melodico. La fase di produzione è avvenuta quando il brano era già chiuso a livello di scrittura.
La tua attività di cantautore procede a fianco di quella di chitarrista. La domanda sorge spontanea. Come è possibile conciliare queste due anime?
Questa è una domanda che spesso mi pongo da solo. Mi chiedo: ma come è possibile? (ride, ndr). Come dicevo, il mio è un percorso prevalentemente da chitarrista. Sono passati circa quindici anni dal mio primo concerto solista. E la maggior parte dei miei concerti da quel momento in poi mi hanno visto da solo, con la mia chitarra. Ho sempre scritto musica strumentale. Da circa tre anni però ho iniziato a sentire un’esigenza diversa. Questa esigenza è quella di arrivare ad una fetta di persone con le quali attraverso la sola chitarra non riuscivo a comunicare. Era come se avessi capito di voler ampliare il raggio di azione. Ho iniziato a scrivere testi e a prendere lezioni di canto, ma senza la pretesa di essere un cantante, quanto invece col proposito di poter cantare bene le mie canzoni. È un’attività che si è affiancata a quello che ho sempre fatto. In questo ambito del cantautorato, comunque ci sto prendendo gusto.
Alla luce di queste tue considerazioni e della tua esperienza maturata, hai mai pensato a che pubblico ti rivolgi?
Con la sola chitarra e quindi con la musica strumentale si abbatte la barriera dell’età, perché non c’è la parola a definire gli interessi che possono colpire un certo pubblico. Per quanto riguarda la scrittura cerco di rimanere quanto più semplice possibile, ma mi rendo conto che in italiano è molto sottile la linea fra il semplice e il banale. Cerco un modo di far capire cosa voglio dire. Il messaggio deve essere diretto. Quindi quello che sto cercando di fare è unire un modo di comunicare diretto con la tecnica del fingerstyle.
Abbiamo da poco ascoltato il tuo nuovo singolo. Ma, considerando la situazione attuale, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Nel 2022 sicuramente voglio continuare a produrre in studio, che è un lavoro che riguarderà dei brani che ho già scritto. E continuerò a cercare di realizzare l’idea musicale che ho, la ricerca della chiave giusta. Poi, si sa, i concerti in questo momento sono un’incognita. Sono uno che la musica l’ha sempre vissuto molto nella dimensione live. Ma continuerò a lavorare anche in questa direzione.