Il 9 gennaio è uscito il secondo EP di Luca coi baffi, Basta sia fuori città, un nuovo capitolo nella storia dell’artista che avevamo conosciuto con Post-irrisione.
– di Roberto Callipari –
Dopo un mese dall’uscita su tutte le piattaforme ci troviamo a parlare del nuovo EP di Luca che, distribuito da Believe, sembra tracciare qualcosa di nuovo nel percorso del cantautore punk.
Ricordo che quando ascoltai Devo parlarne con mio padre rimasi piacevolmente sorpreso, e questo perché è sempre difficile trovare un lavoro che abbia una sua coerenza interna. E non parlo di trovare qualcosa di eccezionale, di un capolavoro, perché quelle sono categorie che arrivano quando un’opera si sedimenta e viene riscoperta nel tempo, ma parlo proprio di qualcosa che, se ascoltato dall’inizio alla fine ha un suo valore interno, una struttura che viene studiata, scritta e rispettata lungo tutto l’arco narrativo dell’EP o dell’album.
Ecco allora che, ancora una volta, Luca coi baffi mi sorprende in positivo. Basta sia fuori città è ancora, di nuovo, quella roba lì: coerente, intenso, scritto e pensato con una sua logica profonda, ma diverso.
Innanzitutto nel suono, perché se il primo EP era quasi una mazzata in faccia, con un piede fermo e saldo nel post hardcore e l’altro nel punk, questo decide di abbracciare una visione più indie della musica (nel senso autentico del termine, mollate la storia che il termine ha avuto in Italia), mirando a suoni essenziali, ma caldi anche negli assoli di chitarra o nei tamburi coperti da panni, uscendone con qualcosa che, dovendo pensare a un artista italiano degli ultimi tempi, mi verrebbe da paragonare a Rares, o al disco d’esordio di Gaia Morelli (ex Baobab) di cui vi abbiamo parlato tempo fa.
E poi nelle liriche. Tirata fuori la rabbia, anche in maniera dirompente in pezzi come Cocaina, Luca decide di dare spazio ai suoi pensieri in una maniera un po’ diversa, a tratti con vene che hanno dell’onirico o dello psichedelico.
Vorrei fare un lavoro molto più preciso, molto più certosino nello spiegare cosa è e cosa non è questo EP, ma non ne ho voglia (si fa per dire). La verità è che sarebbe molto più bello ascoltare assieme questo disco e capire cosa dice, cosa ci comunica e come ci arriva, perché ha molto spazio in sé, crea posto a chiunque abbia voglia di sedersi, mettere le cuffie e ascoltare la storia di Luca, che si è fatto gentile, ma non per questo leggero, anzi. Il dramma post adolescenziale si unisce a una finezza nella scrittura che con l’adolescenza ha poco o nulla a che fare, almeno in apparenza. Come se poi la profondità e la maturità fossero solo un fatto della vita adulta, come se da giovani, o anche da giovanissimi, non ci fosse spazio nella nostra testa per riflessioni più alte. Ecco un altro motivo a causa del quale mi sento stupido, ogni tanto, quando cerco di spiegare il valore di un disco.
Ma poi oh: sentitelo.
Luca coi baffi è un progetto di Luca Casentini, classe ‘97, nato e cresciuto nella provincia romana, cantautore con un piede nell’alternative-rock e l’altro nella canzone d’autore. Amante dell’atto creativo, inizia a scrivere le sue prime canzoni per gioco, come risposta alla sana competizione che c’era tra il suo gruppo di amici musicisti ai tempi del liceo. Da quel momento attraversa diverse fasi artistiche con uno approccio camaleontico, provando costantemente a rinnovarsi, passando da un genere all’altro con “frenetica eleganza”, ma cercando di restare sempre fedele a sé stesso.
Nell’aprile del 2024 vi abbiamo raccontato di Devo parlarne con mio padre, EP d’esordio ufficiale con 5 tracce dalle sonorità ruvide e dalle tematiche crude presentato al Monk di Roma che riceve ampia attenzione dalla critica e dalle community specializzate. Il videoclip di Post-irrisione passa su MTV e viene pubblicato dal sito specializzato Videoclip Italia.
Dopo un po’ di date live LUCA COI BAFFI torna a gennaio 2025 con Basta sia fuori città, un EP che sperimenta il cantautorato con sonorità ricercate con una visione disincantata e la ricerca della bellezza nelle piccole cose.