A tre anni di distanza dall’omonimo debut album, i Noisebreakers tornano con “Nocturnal”, un’opera che si addentra nei meandri della notte e non solo perché questo titolo sembra raccontarcelo, ma anche per i suoni che veicolano quel sentire decisamente blues, di dannazione, di intimismi scuri e profondi. Ritroviamo in grande forma Vince Pastano e Tony Farina, li ritroviamo qui che vogliono restituire nuova vita e forma alle ricette di un disco davvero interessante che ha dato i natali al progetto “Malacarna”, hanno ripescato modi e scritture spogliandole della loro veste industrial per abbracciare pienamente le radici acide e roots di questo presente. La solitudine ma anche quel sollievo di sospensione e di viaggio che si delineano dentro brani come “Darkest Night”, “On The Run” oppure l’orchestrale “Dead Calm Sea”… oppure nella title track che sfoggia due elementi di fascino: quella ferrosità sulla chitarra acustica che mi riporta alle estati di Ben Harper e un’apertura dinamica che torna a chiudersi ancora, segno di luce dentro il turbinio della solitudine.
Ma “anche fortissime sferzate di blues elettrico dentro “The Gambling Witch” e “Love Me No More”, perdizione di anime inquiete, fuoco e fiamme e alcool a portata di mano. Ma poi: un brano strumentale come “The Porthole” che ci fa in un disco simile? Lugubre situazione che come nebbia lascia emergere una tromba dai colori “mariachi” che descrive perfino melodie che rimandano ad uno scenario anni ’60. Che poi non sono poche le sviolinate al santo pop-rock a stelle e strisce, non deve mancare il mood da raiders on the road come nella chiusa “Pretty Mama”… insomma questo “Nocturnal” sembra segnare un’evoluzione rispetto al debutto eponimo, con una scrittura che trovo decisamente più matura, meno eccentrica e risolta su arrangiamenti essenziali, un disco spesso di sintesi che si affida anche e soprattutto allo spazio e al silenzio e non per forza nello sfarzo tecnico del suono che – manco a dirlo – i nostri possono permetterselo senza ombra di dubbio. Poco altro da aggiungere sulla produzione a firma dello stesso Vince Pastano: un disco che sognavo di ascoltarmi in vinile come accaduto per l’esordio. Da mettersi in viaggio, possibilmente di notte, accogliendo ogni pensiero con quel piglio maledetto del blues e con le visioni scanzonate del rock.
COME TROVARLO
Questo disco lo possiamo raggiungere solo e soltanto dal vivo. Nessuna distribuzione digitale ma solo fisica. Come fare? Andate ai concerti:
21 febbraio – San Marino Cafè – Casalborsetti (RA)
22 febbraio – Zio Live – Tavazzano (LO)
23 febbraio – Teatro Q77 – Torino
01 marzo – Mood – Vicopisano (PI)