L’approdo de Il Quadro di Troisi in 42 Records porta anche la buona novella del loro ritorno discografico con La Commedia.
– di Roberto Callipari –
Ai membri fondatori, Donato Dozzy ed Eva Geist, si aggiunge per la nuova uscita anche Pietro Micioni, già membro in pianta stabile a partire dal 2023, anno nel quale la band rilascia su Raster remixes, una collezione di otto brani estratti dall’album d’esordio, remixati e reinterpretati dal duo divenuto trio.
Dopo Il Quadro di Troisi, uscito quattro anni fa, il panorama è cambiato molto attorno alla band di 42 Records, che ha visto il mondo compiere autentiche metamorfosi a seguito di pandemie globali e conflitti che hanno messo sempre più in crisi l’uomo come collettività e come singolo. In un panorama così frastagliato la mutazione dell’Io è condizione normale, umana, ma mai scontata, meritevole di indagine approfondita, o quantomeno di un racconto che metta in luce quanto tutto ciò che ci accade attorno ci influenzi profondamente. Il vagare dell’animo umano in questa confusione è allora il punto cardine de La Commedia, che si sposta dal cammino tracciato dal disco d’esordio senza rinnegarlo, ma proponendosi come una proposta diversa in cui l’elettronica e la ricerca sonora è sempre ben presente (e non potrebbe essere diversamente), ma in cui la forma canzone più tipica del nostro paese si prende ancor più spazio, in una dimensione narrativa in cui arte, vita, musica e finzione costruiscono un unicum di complessità altrimenti inintelligibili, valorizzando e tracciando qualcosa che, senza gli strumenti adatti, non sarebbe altro che un borbottio, un brusio di sottofondo alla quotidianità.
È in questo spazio, in questa diversa chiave di lettura, che Il Quadro di Troisi trova una nuova via per raccontare e raccontarsi, per costruire qualcosa in grado di connettere al meglio autore, opera e ascoltare, creatore, creatura e mondo, connessione mai troppo scontata e comunque necessaria in un ambito come quello musicale ma che in questo caso e con queste premesse fa un ulteriore salto e si rende quasi teatrale, magari anche artefatto, ma non artificioso e sofisticato.
Dieci tracce e quaranta minuti di flusso, un album nel quale Il Quadro di Troisi tende la mano all’ascoltatore con una proposta sicuramente inedita per la band, in grado di essere ammaliante tanto quanto sfuggente, alle orecchie ma anche alle categorie, difficilmente incasellabile in una categoria che sarebbe comunque limitante, dando modo di usare una sola definizione, quella dell’unicità.
Il ritorno de Il Quadro di Troisi è anche un ritorno che, in un certo senso, non ti aspetti. In un tempo in cui tutto è moda e tutto è posa, Il Quadro di Troisi confeziona un lavoro ben centrato e strutturato – come se dovessi arrivare io a dirlo. Perché la verità è che il progetto di Donato Dozzy, Eva Geist e Pietro Micioni è un’eccellenza che va ben oltre i nostri confini nazionali, e così è da lungo tempo. La Commedia, allora, si inserisce soltanto nell’ottica di un percorso artistico-narrativo nel quale tutto ciò che compone l’animo umano si rende reale, nel quale indagare tutto ciò che c’è fra leggerezza e tragedia, in una commedia, appunto, che possa dare un’idea di quanto nel profondo ci costituisce.