– di Naomi Roccamo –
Ho sempre associato una certa urgenza al modo di fare di Vipra, dai testi dei Sxrrxland alle interviste lette e viste in giro; un’urgenza comunicativa, di chi sente il bisogno di esprimersi perché non può farne a meno e non si limita a farlo solo attraverso la musica. Di strada ne ha fatta da quando le sue opinioni le scriveva proprio qui su ExitWell parlandoci del primo album by Pop X (ebbene sì, possiamo vantarci di ciò), ma rimane la stessa la voglia di dire fare e parlare e soprattutto confrontarsi, con una premura delicata e molto incisiva allo stesso tempo che spero qui venga colta.
Realizzo il compimento dell’ossimoro quando rifletto sul motivo dell’intervista: il nuovo singolo, dopo più di un anno di silenzio, è “Musica dal morto – MARTINI”, (Asian Fake / Sony Music) una critica al mondo dello spettacolo, all’hype immotivato che edulcora un’industria in realtà fin troppo problematica e travolge tutte le personalità coinvolte. Ma decido presto che l’oggetto della critica sarà proprio il punto forte della nostra conversazione. Alla fine entrambi vogliamo la stessa cosa: essere il più onesti possibile.
Il tuo rapporto con la promozione artistica e con i social non è buono, chi è iscritto al tuo gruppo Telegram lo sa bene. C’è stato un episodio che ti ha fatto stancare ufficialmente di questo tipo di propaganda, di questa autopromozione tossica?
Sì, non è esattamente idilliaco, ride ndr. Mi riferisco all’atmosfera che si respira nell’ambito discografico, sia per gli artisti più esposti sia per quelli meno esposti c’è questo sottofondo in cui tutto quello che fai lo fai per piacere a più gente possibile. L’uso dei social, la promozione, si fa in maniera standardizzata, l’approccio è lo stesso per tutti gli artisti, che invece sono molto diversi e hanno esigenze diverse fra loro. Mi ero stancato di fare cose che per mia natura non avrei fatto. Quando è uscito il mio primo disco Simpatico, solare, in cerca di amicizie per me era forzatura dover far il simpatico, appunto, con chiunque; io il disco l’ho chiamato così esattamente perché critico questo modo di fare. Non saprei identificare un momento preciso in cui ho capito che ero saturo di ciò, ma per me queste attività non sono funzionali, sembrano delle televendite.
Si nota molto la volontà da parte tua di voler comunicare in maniera diretta e soprattutto intima con la tua fanbase, infatti.
Esatto, ma allo stesso mondo mi piace quando leggo una bella recensione e capisco che non è un banale copia e incolla e che la giornalista o il giornalista in questione sta interessando veramente a quello che ascolta. Mi ricordo una volta stavo ascoltando radio Deejay, una bambina post Sanremo 2022 aveva chiamato per dire quale fosse la sua canzone preferita, che in quel caso era “Brividi”, ma quando le hanno chiesto se fosse fan degli artisti in questione, Mahmood e Blanco, ha risposto “CHIII?”. Ci son rimasto male, a me non piacerebbe se qualcuno apprezzasse la mia canzone senza sapere chi ci sta dietro.
Simpatico, solare in cerca di amicizie ha retto bene il periodo di stacco dal tuo ultimo singolo, continuando ad essere ascoltato nonostante siano passati due anni. Già in canzoni come “Posacenere” (“Quanti like quanto hype”) si percepisce una tua insofferenza. I feat di quel disco sono ben selezionati e frutto di collaborazioni che sono prima di tutto rapporti intimi, come quello con Margherita Vicario o Frenetik & Orang3. La selezione è evidente. In quello che sarà il nuovo album, se vuoi anticipare cosa uscirà in futuro, seguirai questa wave o si tratta di un progetto principalmente solista?
Sì, ho invitato quegli artisti che di certo non avevano bisogno di me per fare il feat. Sono collaborazioni autentiche, nate da stima e amicizia. Capisco che possa non premiarti scegliere di agire così. Adesso è il momento del punk, si parla solo di relazioni fra 15enni anche se abbiamo 30 anni, ma si tratta anche di un movimento estetico che però ora ha preso diverse sfumature che riguardano politica e società. In questo momento storico bisognerebbe prender posizione, all’estero gruppi come gli Idles o le Wet Leg lo fanno già, trattando temi che vanno dal maschilismo tossico ai più disparati. L’unico paese in cui questa esigenza non si sente è l’Italia, in cui si pensa solo a scrivere canzoni d’amore o swaggare, non si sa con quali soldi poi. Eppure siamo un paese con stipendi inadeguati e un tasso di occupazione giovanile bassissimo. Per carità parlare d’amore è sacrosanto, ma non può essere l’unica cosa interessante nella musica. Mi è stato già detto dai piani alti quanto il nuovo singolo fosse invendibile, ride ndr. Ma per me è comunque importante farlo e lo vedrete coi nuovi feat e in tour. Poi magari sono tipo Don Chisciotte coi mulini a vento, anzi sicuramente. Però 😊
Ma parliamo finalmente di “Musica dal morto”. Il pezzo è ANCHE un omaggio a Mia Martini. C’è una sovrapposizione fra voi due, in cui fai parlare lei per te e contemporaneamente provi a renderle giustizia. Qual è il legame empatico e di affinità con la sua figura artistica, quindi non solo quello con la sua musica?
Il pezzo è indubbiamente un omaggio alla grandissima Mia Martini ma è in realtà pieno di altre reference, che spero vengano colte. Ogni verso parla di una persona diversa. Guido Morselli è il protagonista del primo rigo, scrittore italiano suicida perché scriveva libri che non sono mai stati presi in considerazione dagli editori, considerati troppo metafisici. Lui è poi fu ritenuto uno scrittore per intellettuali, quando Adelphi lo pubblicò. Quando dico“Mi hanno ucciso perché mi tatuo gente priva del senso dell’umorismo” parlo di Alighiero Noschese, il primo ad aver imitato in tv un politico, cacciato dalla Rai, poi rientrato, in rapporti con la P2 e, anche lui, suicida. Ma c’è anche Tenco, considerato “peso”, a seguire Enzo Tortora, condannato dal pubblico che fino a quel momento lo aveva adulato, Adelina Sejdini, attivista albanese suicida dopo la negazione della cittadinanza italiana e prima della condanna a morte per aver rivelato fatti scomodi sul governo albanese. Quindi questa canzone è il mio legame con chi avrebbe dovuto farcela e nonostante tutto non ce l’ha fatta, con chi è stato tradito dalla giustizia. E soprattutto contro quel modello liberale tossico del “se vuoi puoi”. Volevo parlare del fatto che il pubblico, così come gli addetti ai lavori, fa leva sulla sua natura anonima, di massa, per sparare a zero sui personaggi pubblici, senza capire che ciò li distruggerà. Proprio come è successo a Mia Martini. Vogliono il sangue e questo lo vedo anche sui social, dove tutti siamo colpevoli.
Sembri disilluso circa l’efficacia di questo nuovo progetto, pensi che non verrà capito, ma è evidente che tu lo faccia perché non ti interessa tanto del risultato quanto della volontà impiegata a portarlo avanti, dell’autenticità. In un periodo in cui la musica ha breve scadenza e dopo il tuo allontanamento non ti sei preoccupato nemmeno di quello che avresti trovato al tuo rientro sui social? Sapevi che sarebbe rimasto qualcuno ad aspettarti?
Non sono un artista sul quale si fanno i soldi, nessuno dipende dalla mia performance economica, che è zero rispetto a quella artistica. Credo che se qualcuno si dimentica di me, allora non ero importante, ride ndr. Poi forse dovremmo dare meno importanza a queste cose, perché è fisiologico secondo me il bisogno di non fare uscire un disco ogni sei mesi. Non fa bene alla salute mentale dell’artista. Anche perché poi si creano delle situazioni paradossali in cui a contare è solo la performance e non quello che c’è sotto. Si scambia la notorietà, quei minuti di celebrità, per qualcosa di consistente. Anche quando con il mio collettivo, i Sxrrxwland, abbiamo smesso di far uscire musica venivamo accusati di esserci sciolti, ma semplicemente per me il disco si fa quando c’è qualcosa da dire, non va a comando. Ho la fortuna di poter lavorare quando lo sento opportuno e se non ho nulla da dire preferisco non dirlo. Tra l’altro al rientro su Instagram avevo ancora 13mila followers, che comunque nemmeno mi aspettavo, ride ndr.
Ah per quello c’è il trucco: se smetti di postare la gente probabilmente si scorda anche di unfollowarti!
ride ndr, Dici funziona così? Se avessi un pubblico più grande probabilmente non avrei nessun tipo di preoccupazione economica, ma a me piace parlare con un pubblico che capisce le mie necessità. E questo fortunatamente succede.
Cosa hai ascoltato principalmente durante questo periodo di stop? E in generale cosa ti ha ispirato?
Son passato dall’avantpop, alla vaporwave all’hyperpop, non ho una comfort zone musicale. Tempo fa un grandissimo artista romano di cui non farò il nome riferendosi a una canzone dei Sxrrxland che aveva fatto particolarmente successo mi disse “tutte così le devi fare”. Ecco, io apprezzo il complimento e stimo molto lui, ma non è nelle mie corde rifare la stessa canzone cento volte, nemmeno saprei farlo forse! Poi sono stufo di questi cantanti solisti chitarra e voce, all’estero stanno esplodendo le band. Nella musica l’aggregazione non è importante solo sotto palco, ma anche sopra. Per ora i miei preferiti sono i Viagra Boys, e come ti dicevo ascolto molto gli IDLES, le Wet Leg, con la loro ironia femminista, poi ti consiglio una band giapponese pazzesca, le Otoboke Beaver Club, i The Chats, australiani. Sono tutti suoni stra incazzati, analogici, fortissimi e mi hanno fatto dire “cazzo, voglio esacerbare quella minimissima parte piaciona di cui c’è traccia in Simpatico, solare, in cerca di amicizie e fare un disco completamente vero. Se riesci a cogliere quel sentimento di leggerezza e nostalgia comune con la tua musica sei bravo, ma se fai arrivare agli altri interamente chi sei è tutta un’altra storia.
Sì, penso che si tratti, nella musica contemporanea, di intercettare un mood (anche se sfocato) più che altro. Sembra si punti a quello.
Esattamente, ma io non voglio diventare sindaco, quindi non mi interessa quello, ride ndr.
A proposito dei Viagra Boys, una delle primissime notizie che hai dato, dopo essere risorto tipo Jon Snow, è stato il live in apertura al Rock Beach Festival il 20 agosto. Com’è nata questa collaborazione?
Io li ascoltavo già ai tempi dei Sxrrxland, “Lei ama me” è stata ispirata da “Sports”, per dirti. Sono andato a vederli live a un evento Ikea a Milano, so che fa ridere ma è così, eravamo in pochissimi, allora alla fine del live sono andato dal cantante, che era sudatissimo e si era rovesciato mille birre addosso volontariamente, e l’ho ringraziato tantissimo per la musica che fa. Se Sebastian Murphy ti abbraccia che fai, non ricambi? Tempo dopo, i rispettivi booking ci hanno messo lo zampino, loro hanno ascoltato il disco che sto preparando e gli sembrava in linea con quello che fanno, il che è molto buono. Non vedo l’ora di suonarci insieme. In realtà è stata una cosa molto burocratica, meno interessante di quanto si creda, però è andata!
Vedi, per una volta le formalità coincidono con le aspirazioni all’ autenticità! Ti avrei chiesto qual è secondo te quello che distingue oggi un artista dagli altri, ma credo che la risposta sia venuta fuori durante questa chiacchierata, quindi il nostro lavoro è stato fatto 😊
Sì, suonare per gli artisti che ami, soprattutto internazionali, è la promozione che voglio. Andiamo nel backstage, ci beviamo duecento birre e son contento. Credo che influenzarsi a vicenda fra artisti vada bene, ma solo musicalmente. E certo, bisogna trovare dei compromessi, perché altrimenti piaci a venti persone. Io sono pure troppo apprezzato per essere quello che sono.