– di Michela Moramarco –
La rockband Bar Ponderoso pubblica il terzo disco, dal titolo “Siamo tutti Brutti”, che rispecchia l’intento sostanzialmente polemico dello stesso. Si tratta di un EP di cinque brani, i quali alternano sfacciataggine e attitudine da rock ballad, con un mix di sonorità anni Sessanta e un pesante tocco grunge. I brani sono indubbiamente interessanti per la struttura sonora, caratterizzata a frequenti cambi ritmici e riff chitarristicamente poco malvagi: l’impatto all’ascolto è assicurato ed è assimilabile ad uno schiaffo nel sonno. L’EP si apre con una traccia ipnotica, da titolo “Ok ok ok”, in cui una voce grave accompagna un tappeto ritmico travolgente: se il brano parla del superamento della paranoia, i suoni scelti sono azzeccati. Il brano che segue si intitola “Kenjataimu”, termine di origine giapponese che indica una metafora sul significato della quale si lascia libera interpretazione. Proseguendo con questa ondata rockeggiante ci si imbatte nella title track, “Siamo tutti brutti”, un brano punk di auto-accusa riguardo la propria condizione di superstiziosa frustrazione in cui si può contemplare solo la morte come salvezza. Il brano racchiude forse il significato maestro di tutto il disco, ma anche qui si lascia la libera interpretazione a chi vorrà intra-leggere i numerosi altri significati nascosti.
“Marshmallow” è invece la quarta traccia dell’EP, che è una power ballad dallo spiccato spirito critico riguardo l’attualità in cui l’individuo è sempre più alienato, addirittura anche da sé stesso. L’EP si chiude con “Gravità Zen Zero”, il brano più vecchia scuola come attitudine musicale, ma che si pone come una dedica alla città d’origine della band, Messina. In generale questo EP è uno spaccato un po’ vintage di un’attualità sempre più lobotomizzata e persa d’animo e di spirito critico. Con sonorità sprezzanti ed energiche, la rockband Bar Ponderoso ha trovato il giusto modo per dire la propria e farsi sentire.