– di Assunta Urbano –
La corteccia è la parte più esterna, quella periferica, di un corpo. Pietro Puccio e Simone Pirovano hanno scelto decisamente un nome interessante per il loro progetto. Questo perché si sono inoltrati in un lavoro musicale molto intenso, profondo e intimista. Ma soprattutto il duo mescola suoni e immagini, servendosi di tutti gli strumenti a disposizione. La ricerca sonora, tra tonalità di voci in contrasto e tasti di pianoforte, si unisce a sperimentazioni più elettroniche e visuals accattivanti.
Nel 2016, conosciamo i due milanesi grazie ai nove brani dell’omonimo “Corteccia”. Li rincontriamo a distanza di anni, con un percorso ambizioso e molto particolare.
Nel 2020, la band pubblica “Quadrilogia degli stati d’animo”. Quattro canzoni, autoprodotte, in cui l’essere umano viene analizzato attraverso le sue emozioni. Questo immaginario libro ha un secondo capitolo, uscito l’8 aprile, intitolato “Quadrilogia delle distanze”, che si concluderà poi con la terza e ultima parte, la “Quadrilogia del ritorno”.
Ci soffermiamo sulla “Quadrilogia delle distanze”, esplorando il magico mondo di Corteccia.
QUADRILOGIA DELLE DISTANZE
L’EP “Quadrilogia delle distanze” è composto da quattro brani: “Il ritorno dei viaggiatori”, “Vorrei”, “Mai” e “La distanza”. Prendendo in esame i pezzi dal lato testuale si nota una narrazione poco lineare, il racconto prende forma dalle suggestioni e dalle sensazioni dei due autori.
È la distanza, ovviamente, la protagonista di questa storia. Negli ultimi due anni, l’incomunicabilità ha portato a dividere sempre di più gli individui. Proprio questi, oggi, sembrano incapaci di riunirsi. Lontani diventano così anche i sogni, le speranze, le prospettive. Tuttavia, questa percezione è soprattutto un sentimento interiore, che qui si riempie di nuovi interrogativi, a cui è impossibile dare una risposta esaustiva.
I tasti del pianoforte de “Il ritorno dei viaggiatori” danno il via all’EP con un tono sospeso, galleggiante e fugace. Sbagliare, confondersi e poi alla fine ritrovarsi. Un intero viaggio, che non trova un momento di pace.
In “Vorrei” c’è un continuo gioco di voci, riverberi e cori, che sono i veri protagonisti del pezzo. Desideri, sogni e immaginari, che sembrano inafferrabili e impossibili da raggiungere.
“Vorrei”, tra l’altro, è uno tra i pochi verbi coniugati, fra una moltitudine di infiniti, che portano l’ascoltatore in un tempo e in un luogo indefinito.
CORTECCIA RACCONTA LA DISTANZA INTERIORE
È sicuramente “Distanza” il focus del progetto, sia come canzone che come concetto. Forse è proprio per questo motivo che il brano è l’unico singolo a non essere stato pubblicato in anteprima. Il pezzo si arricchisce di percussioni ed è dal punto di vista sonoro il più interessante tra i quattro. Il punto di arrivo del percorso.
L’ascoltatore si sente libero non solo di integrare i pezzi dell’EP, ma di cucirli letteralmente sulla propria persona e sulle diverse esperienze di vita. Le storie si trasformano a seconda di chi le integra e prendono continuamente nuova vita.
“Quadrilogia delle distanze” è prima di tutto un progetto che incuriosisce, perché data la sua brevità si ha desiderio di approcciarsi ad altri lavori di Corteccia. È innovativo, elegante, raffinato e trascinante. Un’avventura sonora, con immagini che puoi letteralmente sentire. La sua ricchezza è la ricerca del sound, in tutte le sue sfumature, l’attenzione per i minimi dettagli e la capacità di comunicare un messaggio in pochissimo tempo. Tra metafore e universi sognanti, i quattro pezzi scorrono leggeri e veloci.
I colori diventano concreti sulla tela della vita dell’ascoltatore, che, difficile da accontentare, si catapulta appieno nell’intera discografia targata Corteccia. Un modo non solo per avvicinarsi a un nuovo progetto, ma anche per conoscere meglio lati nascosti di sé, tramite suoni, immagini e sogni, ancora da scoprire.