– di Assunta Urbano
foto di Clara Di Lello –
Conosco Vasto come le mie tasche, è la mia terza casa, anche se l’unica in cui non ho un tetto fisso. Proprio per questo motivo, in realtà, ogni volta che ci ritorno è sempre una nuova avventura.
Questa estate mi ha visto per la prima volta partecipare al Siren Festival, in cui ho rappresentato ExitWell, tra i media partner della manifestazione. Sono tante le cose che vorrei mettere nero su bianco di questi tre giorni magnifici, pieni di musica e sostenibilità.
Tramite questo racconto spero di riuscire a catapultarvi virtualmente con tutti e cinque i sensi nella graziosa cittadina abruzzese, nelle serate dal 19 al 21 agosto 2021.
IL SALOTTO DEL SIREN
È il 19 agosto, sono le 18.30 e il primo appuntamento della settima edizione del Siren Festival è fissato nei suggestivi Giardini D’Avalos, nel cuore pulsante di Vasto. La location fa da salotto ed ospita tre talk, in cui si parla delle mission che si prefigge la manifestazione stessa in questa edizione.
L’ambiente è il primo tema affrontato. Ci si confronta circa il ridurre l’impatto dei festival italiani sulla natura.
L’obiettivo è stato centrato in pieno, in questo frangente, con l’esclusione dei bicchieri di plastica, ma anche con la comoda confezione d’acqua in tetrapak riciclabile. Tutto questo è stato possibile grazie alla collaborazione con Eco.Reverb.
Inoltre, soprattutto per gli appassionati, nelle serate targate Siren Festival abbiamo gustato un’esclusiva Siren Beer, arrivata in Abruzzo direttamente dal Berkshire, poco distante da Londra.
I due incontri dei giorni successivi sono stati dedicati all’analisi riguardo la parità di genere nel panorama musicale. Venerdì 20, in particolare, è intervenuta, poco prima di esibirsi, Margherita Vicario, non solo in qualità di artista, ma anche come ambasciatrice di Keychange. La rete internazionale è arrivata da poco in Italia. Il modo in cui sottolinea come le opportunità lavorative non siano equamente distribuite tra uomo e donna offre una visione più delineata del problema in questione.
È Equaly, la realtà protagonista, invece, dell’ultimo talk in cui si discute sulle problematiche legate alla figura femminile nell’ambiente musicale.
Finito ciascun incontro, tutti i presenti si spostano verso piazza del Popolo, in cui il palco ha come sfondo il litorale vastese. Non restare ammaliati è impossibile. Già solo con gli occhi si percepisce che qualcosa di magico sta per accadere.
SIREN FESTIVAL | I LIVE
DAY 1
L’INIZIO
19 agosto. Sono le 21 circa, il sole sta tramontando e il Siren Festival prende ufficialmente vita. Secondo il tabellone iniziale, la prima a salire sul palco sarebbe dovuta essere la cantautrice toscana Emma Nolde, purtroppo non presente all’evento.
Al suo posto è spettato al progetto avantpop di casa Woodworm, Piove., il compito di dare il via alle danze. La giovanissima romana si presenta sul palco con una maschera felina per gettare un alone di mistero sulla sua identità.
È complicato subentrare al posto di un’artista in cartellone, eppure il pubblico ha apprezzato il live e si è appassionato ai brani, a cui ha dedicato particolare attenzione.
A seguire, tocca a Caterina Palazzi “Zaleska” fare breccia nel cuore degli spettatori. Si tratta dell’unico momento del festival in cui si mescolano musica e cinema. La contrabbassista, accompagnata solo dal suo strumento e dai loops, si lancia in un’impresa ardua: sonorizzare una storica pellicola come Nosferatu, opera del regista Friedrich Wilhelm Murnau, del 1922.
I suoni si intrecciano perfettamente con le immagini proposte sullo schermo.
La serata si conclude con la certezza che sia solo l’inizio di un viaggio incredibile.
DAY 2
IL MOVIMENTO
Le nuvole abbandonano la zona palco proprio all’inizio dei live del secondo giorno di Siren Festival.
Sono i New Candys ad infiammare l’atmosfera per primi. I quattro hanno presentato il loro ultimo lavoro, Vyvyd, senza dimenticare pezzi del passato. Seguo da svariati anni la band di Venezia, ma non ero ancora mai riuscita a vederli dal vivo. Finalmente è successo. Trovarsi davanti ad una delle realtà musicali migliori nella nostra Penisola e stare seduti su una sedia è davvero spiacevole.
È con esibizioni del genere che si sente la mancanza del sudore, del contatto umano, della vitalità. Il live, nonostante questa ristrettezza, è stato strepitoso e la mia frequenza cardiaca ha subito una variazione non indifferente.
È cmqmartina, poi, a travolgere la folla. Abbiamo conosciuto la giovanissima cantante nella scorsa edizione di X Factor e ci hanno attirato di lei la sua semplicità, pazzia e autenticità. La vediamo saltellare da un lato all’altro dello spazio a sua disposizione e rivolgersi più volte ai suoi fan presenti nel parterre.
E se la dolce Martina la folla l’ha travolta, Margherita Vicario l’ha s-travolta, eccome. Nella serata di venerdì 20 agosto, è stato un bel lavorone per i controllori riuscire a gestire gli spettatori.
La cantautrice si sfoga sul palco, tra un brano e l’altro, riguardo le difficoltà riscontrate nell’ultimo anno e mezzo di esibizioni davanti ad un pubblico che non può muoversi liberamente. Lo sappiamo tutti, c’è tanto da criticare riguardo queste norme, che ovviamente non garbano a nessuno. Il concerto prosegue e la romana riesce a far ballare i suoi fan anche sul posto, tra canzoni come Abaué e Orango Tango.
Torniamo in camera un po’ più “pieni” dopo questa serata. La più fortunata è la vincitrice del Siren Bingo, che per l’occasione ha portato a casa una bicicletta usata e restaurata, secondo colori scelti da Margherita Vicario.
DAY 3
L’IDILLIO
Terza ed ultima serata del Siren Festival 2021, probabilmente la più incisiva tra tutte. In piazza del Popolo Vieri Cervelli Montel rapisce i presenti. Il progetto è l’unico totalmente inedito dell’intera line-up. Proprio per questo motivo, si è ancora più attenti. Con una versione fuori dagli schemi di Almeno tu nell’universo e l’attesa di riascoltare presto gli altri pezzi, si passa al prossimo live.
Gold Mass è la seconda in scaletta il 21 agosto. Ci presenta il suo EP Safe e contemporaneamente ci fa sentire a sua volta al sicuro. Ci avvolge come il più tenero degli abbracci in una notte buia. È da sola sul palco e la sua esibizione è impeccabile.
Per chiudere in bellezza questa settima edizione – speciale e al tempo stesso insolita – del festival è Iosonouncane l’artista su cui ha puntato l’organizzazione.
Descrivere e analizzare l’esibizione del musicista non è semplice. Più che inoltrarmi in arzigogoli contorti, vorrei farvi notare un dettaglio che mi ha incuriosito. La performance ha diviso le sedie, ancor di più di quanto stava già facendo il distanziamento imposto. Dal vivo è stato ancora più evidente comprendere chi ha apprezzato e chi meno la sperimentazione attuata dall’artista con la pubblicazione di Ira.
Personalmente, credo sia la sua opera migliore, live rinasce e prende una forma ancora differente. Dopo quasi due ore, in cui il disco è stato rappresentato nella sua interezza, la sensazione è quella di non riuscire a proferire parola. Aggiungere dell’altro sarebbe superfluo.
Iosonouncane lascia le “macchine” e scende dal palco con il pugno sinistro alzato. Le luci si riaccendono. Il Siren Festival si conclude qui ed è tempo di tornare a casa.
SIREN FESTIVAL 2021
SENTIRSI A CASA
Ed eccoci qui, alla resa dei conti, alla fine di questa storia.
Il Siren Festival è coraggioso, ambizioso e ben studiato. È pieno di donne sia sul palco che nel backstage, capaci di affrontare qualsiasi sfida. È vivo, ha un cuore che batte forte, non si ferma ed è il motivo che attira ogni anno sempre più teste. È in grado di mescolare con semplicità suoni leggeri e sound più cupi, spaziando tra pop, ambient e psych.
Quello che tutti ci auguriamo è che ritorni ai suoi fasti, che possa di nuovo ottenere i grandi numeri del passato e permetta a sempre nuovi corpi di incontrarsi con la musica dal vivo.
Vado ai concerti e in vacanza a Vasto da ancora prima di avere una memoria personale. Avere unito le due cose in tre giorni è stato indelebile. Quest’esperienza non mi ha soltanto fatto sentire viva, mi è sembrato di essere tornata a casa.
Assistere ad un’esibizione live è stata inserita nell’ultimo anno e mezzo come attività non indispensabile. C’è chi ha perso il lavoro, chi ha abbandonato il proprio progetto artistico e chi non ha più sentito il bisogno di essere parte di questa magia da spettatore.
Tanti altri, per fortuna, non hanno smesso di crederci e ancora adesso, con tutte le complicanze dell’epoca, ci regalano spettacoli incredibili.
Assistere ad un’esibizione live mi ha sempre fatto sentire completa. È l’unica cosa che mi permette di superare qualsiasi malessere.
La mia vita è sotto ad un palco. Senza, io non esisto.