Un disco che troviamo su Bandcamp se proprio non siamo più abituati alla copia fisica che questa volta, manco a dirlo, è su vinile. Un Ep firmato da Tony Farina, dal produttore e chitarrista Vince Pastano e dall’artista Dorothy Bhawl e direi che questo basta per non perdersi troppo in inutili presentazioni da ufficio. Nasce da questo il progetto Malacarna che approda a questo Ep d’esordio in cui storie di confine, storie di periferie, storie di leggende popolari in lingua lucana si mescolano al blues e al tribal, alle sfumature epiche e psichedeliche, ai colori scuri di sangue e di sacrifici. Cattedratica la voce di Raiz che impreziosisce un brano come “Oh Signore”. Ancestrale e senza tempo la figura che è protagonista dentro il video ufficiale del primo singolo estratto dal titolo “Nunn’è rrelore”. Un disco a suo modo liturgico… ne parliamo con il grande Tony Farina.
Poco da dire. Un disco di enorme fascino evocativo. Siete partiti dall’immaginario che volevate fotografare oppure ci siete arrivati dando ai suoni il caso di vestirsi in questo modo?
Credo che nell’arte in generale, l’opera finita la si scorga solo quando si poggia definitivamente il pennello sulla tavolozza o forse no, considerando che spesso l’idea creativa continua a germogliare nella mente per poi fluire libera nel disco successivo. Musica e parole in questo disco hanno percorso un tragitto parallelo ma collegato come da assi di binari, paralleli ma in continua comunicazione tra loro. Vince trafugava echi e melodie rarefatte, origliando nel silenzio delle notti cittadine bolognesi, mentre io, ai piedi della montagna, con gli occhi rivolti al Santuario del Crocifisso tentavo di comporre dei semplici blues e gospel.
In origine i brani blues erano in lingua inglese ma già intrisi di simboli che poi compariranno in “Malacarna”. Si sa che comporre musica è come fare un viaggio introspettivo e quando la si crea, ci si immerge completamente, riuscendo così a estrapolare dall’interno il nervo della propria ispirazione! Il suono, la musica di Vince sono stati il vero slancio verso ciò che è diventato “Malacarna”. Quelle visioni sonore richiedevano un linguaggio più intimo, quello che si arrovella con le proprie paure, con il credo religioso, con le reminiscenze del passato, con i racconti di bambino, con la cultura popolare e che contribuisce a costruire la nostra ossatura etico-morale. Da qui l’intervento della lingua, (il dialetto lucano). I brani scritti in inglese celavano figure forti provenienti dalla mia cultura. È stato come togliere un velo che ha rivelato: “Maria Lou” la Maddalena peccatrice con le sue rose dissolute, il gospel maledetto dal tono saccente di “Oh Signorë” (interpretato da Raiz), lo stornello popolare di “U’ milë (g)ranatë” al confine col mito di Persefone ed infine i punti chiave (vita/amore/dolore/morte) che dominano l’intero disco ed emergono con tutta la loro forza in “Nunn’è rëlorë” e “Resta cu mmi”.
Vita, amore, dolore… morte. Che rapporto avete con queste 4 dimensioni cardinali dell’esistenza?
Spesso quando si vogliono trattare tematiche appartenenti alla cultura popolare ci si imbatte inevitabilmente nella loro capacità di evocare una morale universale racchiusa nei detti e nei proverbi e, come nel nostro caso, in un mix di sacro e profano, credenze religiose, superstizioni, storie popolari e stornelli dove si incontrano l’amore, la morte, la vita e il dolore.
Il video di “Nunn’è rrelore” è forse il teatro massimo delle visioni di questo disco. Chi è lui? Satana? E il vaso del gabinetto? E questo mondo da buttare via?
Il significato della canzone è racchiuso nel titolo che vuole esprimere l’esperienza di un male superiore che riesce a vincere e dominare l’essere umano nelle sue vicissitudini. Dorothy Bhawl. nella rappresentazione del video ha fatto di LUI la metafora iconoclasticamente rappresentata del male a carattere generale, non tanto come identità fisica ma come emozione presente in noi tutti e pronta a manifestarsi come in questo caso nel dolore e nella sofferenza in senso lato.
Il gabinetto rappresenta la perdita della speranza, la sconfitta, emarginarsi nel proprio dolore e nel caso del video, il mondo corrotto destinato al baratro per i suoi comportamenti e per la mancanza di altruismo, la guerra, la fame e i tradimenti. Il mondo da buttare via è un monito perché se non si provvederà ad un cambiamento e a un rinnovamento nella coscienza il male prenderà il sopravvento portando il mondo stesso al collasso.
Tony Farina, Vince Pastano e Dorothy Bhawl. Come nasce questa triade?
Io e Vince collaboriamo musicalmente da anni in diversi progetti ma questa volta avevamo l’esigenza di realizzare qualcosa di più significativo, che ci rappresentasse in pieno e in tutta la nostra identità artistica e culturale. I personaggi che abbiamo inserito all’interno dell’album, assieme ai concetti filosofici avevano bisogno di essere rappresentati in immagini e abbiamo trovato in Dorothy Bhawl un valido interprete che ha saputo incarnare nelle sue eloquenti immagini il significato stesso dell’opera.
LINK ASCOLTO
https://malacarna.bandcamp.com/releases