Tra le migliori realtà uscite negli ultimi anni, Asian Fake si è confermata sempre all’avanguardia in fatto di suoni e tendenze.
Complici del successo dei Coma_Cose, che proprio dentro l’etichetta hanno trovato il terreno fertile per diventare tra i protagonisti del graffiti pop, l’etichetta romano-meneghina non si è limitata solo a promuovere i dischi, magari esclusivamente in digitale.
A Roma e Milano infatti sono stati aperti i temporary store dell’etichetta, luoghi dove poter trovare tutto il materiale dell’etichetta e molto di più. Per la prima volta in Italia una etichetta prova questa strada, scegliendo di tornare a proporre qualcosa di “fisico” in un mondo sempre più digitale.
Tra le tante sorprese, c’è il nuovo vinile dei Coma_Cose, acquistabile in esclusiva nei temporary store delle due città.
C’è tempo fino al 24 dicembre per approfittare del temporary store e magari trovare il proprio regalo di Natale.
Con Frenetik, direttore artistico dell’etichetta e producer, abbiamo parlato dei temporary store, del lavoro dell’etichetta e di come approcciarsi alla musica in questa nuova fase del mercato.
Asian Fake nasce nel 2016. In questi tre anni, com’è cambiato il vostro modo di approcciarvi al lavoro di label?
Il nostro approccio è lo stesso. Cambia il knowledge e le capacità gestionali, che aumentano. La missione è quella di essere la mosca bianca nel mercato: quello che fanno i Coma_Cose nell’itpop è unico, così come Venerus o Frenetik&Orang3 nel loro essere produttori “pop”. Mi è sempre piaciuto scegliere cose estremamente originali, che non avessero una wave già surfata, che fossimo noi a creare una wave. Cerchiamo di lanciare nuovi trend che non esistono, e magari questo genera anche difficoltà: oggi che dominano le playlist di genere spesso magari non sappiano dove mettere gli artisti!
Sei il direttore artistico dell’etichetta. Ora che sembriamo in un momento di “stanca” e l’indie e la trap sono la base del mercato radiofonico, quando ti rendi conto di aver scoperto una “novità”?
Sento che una cosa è una novità quando non riesco ad etichettarla, e avendo centomila etichette in testa è difficile. Facendo il produttore da almeno 15 anni ne hai tante, quando senti qualcosa e non riesci a inquadrarla è originale.
Il temporary store è una cosa nuova: non sempre vediamo queste idee di marketing…
Non è una operazione di marketing. Siamo nati come “art from a different universe”: Asian Fake è sempre stato un contenitore e che abbia come main project la musica è solo perché abbiamo iniziato in quell’ambito. La cosa che piace a me e quello che Filippo palazzo, CEO di Asian Fake, ha sempre promosso è l’idea della trasversalità: abbracciare l’arte in pieno. Siamo musicisti, scultori cantanti…
È un modo per tornare all’esperienza diretta. Per un ragazzo di oggi forse il mondo è solo virtuale.
È anche un tentativo di creare un momento di incontro umano e vero, e un momento unico. Quello che trovi al temporary store non lo trovi da nessun’altra parte. Anche avere questa esclusività temporale ci permette di concentrare dell’umanità in un posto solo. Il temporary store è stata una occasione per rendere reale il nostro immaginario “ibrido”. Così dal web potrà essere toccato e venduto.
Il futuro delle etichette sarà quello di mescolarsi, come sta facendo la musica?
Il crossover prima era tra musica e generi, ora è tra le arti. I mezzi che usiamo per comunicare sono audiovisivi, l’immaginario di un artista incomincia a essere più importante di prima.
Sei più analogico o digitale?
Sono analogicamente digitale! I purismi non portano da nessuna parte, ma è la curiosità e il miscuglio che porta innovazione, è giusto usare tutte e due le cose.
Tu sei romano e Asian Fake è “milano based”. Come vivi quest’asse Roma-Milano?
Darren, Frenetik & Orang3, Sorrowland, Megha, son tutti di Roma. Dal disagio nascono i trend artistici e i linguaggi, dalla voglia di evadere da una realtà che non ti piace. Per questo Roma ne sforna tanti, in questo ultimo periodo sta dimostrando una nuova scuola del cantautorato. La grande differenza è che a Roma essendoci più disagio e più curiosità, nascano dei trend che a Milano si consolidano e si fatturano. A livello tecnico proprio, a Roma non ci sono neanche gli stabili per citofonare a una etichetta. In un genere più modaiolo del momento, cioè la trap pop, che non deve venire per forza dal basso, Milano la fa da padrona.
Questo decennio ha visto un grande ritorno al passatismo e alle sonorità 80/ 90, si è poco immaginato il futuro, perché?
Ogni generazione ha il suo momento amarcord, che lo ha emozionato nei suoi anni di formazione e di crescita. Ho 36 anni e quando ero 16enne andava di moda il pantalone a zampa e la roba di via Sannio, era un amarcord ereditato dai nostri genitori. Così come vedi il ragazzetto che ha il culto della Pickwick a 20 anni. È una deriva generazionale inevitabile, vedere con gli occhi diversi lo stesso argomento. Lo stilista di 30 anni ripropone quello che lo aveva emozionato quando era adolescente lui, riparte il ciclo così!
Il 2019 è stato un anno molto importante. Nel 2020 cosa succederà?
Cercheremo di fare quello che abbiamo fatto: immettere nel mercato delle cose “diverse”. Ci saranno sicuramente delle novità e degli altri “alieni” che abbiamo chiamato a rafforzare le nostre fila.
ASIAN FAKE TEMPORARY STORE
Il lavoro congiunto sui vari fronti ha permesso di mettere a disposizione del pubblico prodotti discografici inediti, raccolte speciali ed edizioni limitate a cui si aggiungono rarità legate al mondo dei singoli artisti che saranno disponibili solo per l’occasione.
L’attenzione verso le arti visive e il graphic design, pianeti abitati nell’universo Asian Fake, saranno concretizzate nelle due settimane di apertura dello store. Lo studio di graphic design Burro Studio sarà presente con la sua creatività declinata nella comunicazione visuale, mentre Galleria Varsi, realtà affermata nel mondo dell’arte e nel tessuto culturale della Capitale, presenterà una selezione di opere anche con il supporto del misterioso artista Fontanesi e dell’illustratore Marco Locati.
La moda sarà il terzo macro segmento che animerà gli Asian Fake Temporary Store. Grazie alla collaborazione con Eastpak, Diadora e Polaroid Eyewear, saranno disponibili capsule collections inedite e create per l’occasione, oltre al lancio della nuova linea d’abbigliamento firmata Asian Fake.
Lo store di Roma (via dei Banchi Nuovi 10 / Roma centro) resterà aperto da domenica 08.12 a martedì 24.12, mentre quello di Milano (Via Marco Formentini 4/6 / Brera) da martedì 10.12 fino al 24.12.
Entrambi accoglieranno il pubblico da metà mattina fino alle 20.00 per tutti i giorni del periodo indicato.