Indie pop in questo esordio sociale tutto genovese. Sono i ragazzi de L’Ultimodeimieicani, liguri, che nell’estate del 2017 si sono rintanati sulle alture della loro regione e hanno scritto e partorito qualcosa di buono, di interessante, di fresco ma non di nuovo per quel modo di usare un cliché ormai reiterato nel tempo ormai. Canzone sociale dicevamo con questo primo disco dal titolo emblematico “Ti voglio urlare”, uscito per la Pioggia Rossa Dischi. Ed il complemento oggetto a completare questa frase riguarda la vita, gli amori, la società…
Il singolo che lanceremo appunto sembra una preghiera laica al nichilismo, rassegnazione in qualche misura… “Cosa vuoi cambiare”… e noi ce li ascoltiamo prima ancora di rubargli qualche curiosità.
Partiamo da questo moniker: L’ULTIMODEIMIEICANI. Perché? Certo ho forte il rimando a quel famoso film…
L’Ultimodeimieicani è venuto fuori in maniera naturale, stavamo cercando un nome e qualcosa che in qualche modo ci definisse. Tra migliaia di nomi che non ci convincevano un amico se n’è uscito con questa proposta che è piaciuta a tutti perché in qualche modo ci eravamo sentiti troppe volte l’ultima ruota del carro.
Che poi restando sul tema e parafrasando le tematiche di questo disco: secondo voi gli ultimi saranno i primi, o resteranno ultimi?
Oggettivamente gli ultimi rimangono ultimi, cioè se vogliamo consolarci convincendoci che il mondo funzioni al contrario possiamo farlo però non è molto sano.
Il moderno cliché della canzone indie-pop. Voi lo rispettate a pieno. Una scelta o un normale modo di vivere?
Mah, tutto abbastanza naturale onestamente, non ci siamo mai sforzati di andare verso una direzione ma abbiamo sempre cercato di fare tutto ciò che volevamo e soprattutto puntando all’indipendenza totale sotto tutti i punti di vista. Poi è naturale che ciò che ti circonda ti influenzi.
Lo stato emotivo di oggi: rabbia, inquietudine, insoddisfazione… perché viene da urlarlo?
Beh quando hai bisogno di scaricarti la cosa più naturale è urlare, proprio questo ci piaceva passare nel nostro disco e speriamo di esserci riusciti.
A chiudere: citando il vostro video. Quando l’industrializzazione e l’omologazione ci ha portato via dalle radici della verità?
Domanda molto difficile. Viviamo in un mondo che cerca di darci continui stimoli, di occupare costantemente il nostro cervello mettendoci sempre pressione, riempiendoci di cose da fare o da desiderare, questo ci allontana tutti i giorni dalla serenità e probabilmente, parallelamente dalla verità. È il costante bisogno che ci frega, non siamo mai soddisfatti di nulla.